La Regione dell’Umbria è stata costretta a tagliare di 2,8 milioni di euro l’indennità Covid per 10 mila sanitari.
Lo riporta il Corriere dell’Umbria, che riferisce inoltre come tale scelta sia stata fatta “in autotutela”, prendendo atto della segnalazione del Mef sullo sforamento “in ordine alla quantificazione delle risorse regionali destinati ai trattamenti accessori del personale sanitario già oggetto di accordi con i sindacati”. Il tutto sarebbe figlio di un errore contabile. Le somme in questione sono i soldi in più stanziati per il superlavoro di medici, infermieri e operatori sanitari impegnati a salvare vite durante l’emergenza pandemica.
Per il Ministero dell’Economia l’importo massimo consentito è pari a 7.453.686 euro anziché 10.253.722 euro individuati nell’intesa del tavolo di confronto regionale sottoscritta il 5 maggio scorso. Per questo nella seduta del 25 giugno l’esecutivo guidato da Donatella Tesei ha deliberato di “rideterminare lo stanziamento di risorse regionali aggiuntive in 7.453.686 euro con conseguente riduzione per un importo pari a 2.800.036 euro”. E “di annullare in autotutela le delibere 200 del 17 marzo e 384 del 28 aprile 2021”.
Contestualmente la giunta dà mandato alla delegazione trattante regionale “di riaprire il tavolo di confronto regionale con le organizzazioni sindacali del comparto e della dirigenza per la rideterminazione delle risorse disponibili nonché per la conseguente revisione degli accordi sottoscritti non solo a maggio 2020 ma anche il 26 febbraio e il 21 aprile 2021”.
Il Mef aveva scritto a Palazzo Donini il 27 maggio scorso. “Come espressamente previsto dalla norma, l’ammontare aggiuntivo delle risorse non può essere superiore al doppio delle risorse a tal proposito stanziate dai decreti legge per l’emergenza Covid. In particolare, per la regione Umbria le risorse all’uopo stanziate dallo Stato sono state pari a 3,7 mln di euro, pertanto la regione può incrementare le risorse da erogare per gli incentivi del proprio personale fino ad un massimo di 7,4 mln di euro, ferma restando la garanzia dell’equilibrio del sistema sanitario regionale. Si chiedono chiarimenti in merito”.
La Regione nella delibera in cui riduce la somma evidenzia come in base alle indicazioni del Mef “risulterebbe che l’amministrazione regionale abbia erroneamente appostato sulla premialità Covid ulteriori 2.800.036 euro per i quali si renderebbe necessario individuare forme di rientro al fine di scongiurare profili di responsabilità contabile”. Da qui la decisione di tagliare la somma in eccesso e riaprire i tavoli della trattativa. Secondo Giovanni Lo Vaglio dell’intersindacale medici “tutto l’accordo andrebbe ridiscusso, visto che se c’è un vizio di forma l’atto è nullo”. “C’è stato uno scaricabarile tra aziende sanitarie e ospedaliere, da una parte, Regione dall’altra, sulla contrattazione integrata, fondi ordinari e integrativi Covid”, conclude Lo Vaglio.