La stima effettuata da La Nazione qualche settimana fa ipotizzava che fossero circa cinquantamila gli umbri beneficiari del reddito di cittadinanza. E la conferma che quei numeri non erano così lontani dalla realtà arriva adesso dall’elaborazione di Infodata (per conto del quotidiano il Sole 24 Ore), che ha incrociato la forza lavoro degli ex Uffici di collocamento, effettuando un calcolo sulla ripartizione di chi rientrerebbe tra quei 6 milioni di italiani aventi diritto al sussidio, che è poi la cifra che il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ripete da mesi. Secondo la rielaborazione emerge che gli umbri che avrebbero diritto al reddito di cittadinanza sarebbero 68.165.
La stima è stata effettuata sui parametri fin qui disponibili per accedere al sostegno economico: per poterne beneficiare infatti occorre essere prima di tutto iscritti a un centro per l’impiego e dare la disponibilità di 8 ore la settimana per svolgere lavori socialmente utili per conto del comune di residenza, oltre naturalmente a guadagnare meno di 780 euro mensili, l’introito che il Governo vuole garantire a chi riceverà questo sussidio.
Poi c’è anche la questione dibattuta delle tre domande di lavoro presentate al Centro, ma qui la questione pare sia ancora tutta da chiarire. Ma Reddito di cittadinanza e Centri per l’impiego sono strettamente correlati.
E così, come riporta ancora La Nazione Umbria, in base a dati dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, è stato calcolato che sono 176 gli addetti in Umbria ai Centri per l’impiego e di questi soltanto 3 su 4 si occupa di attività di «front office». Ma perché è stato effettuato questo calcolo? Per stabilire in sostanza, quante dovrebbero essere le pratiche da gestire per ciascun operatore a contatto con il pubblico dei Centri per l’Impiego: emerge così che ogni impiegato dovrebbe prendersi in carico 516 persone potenzialmente interessate al sussidio. E va aggiunto che l’Umbria è tra le regioni messe meglio: in Campania ad esempio ogni addetto dovrebbe occuparsi di 2.298 pratiche, in Puglia di 1.725, in Calabria di 1.031. E per ciascuno dei percettori offrire fino a tre proposte di lavoro. Il Governo ha promesso che potenzierà i Centri per l’impeigo entro la prossima primavera, ma la scommessa è tutt’altro che facile.