A Marianna Mandich, l'infermiera narnese che nel settembre scorso, durante le operazioni di salvataggio di migranti a largo della coste catanesi, ha contribuito a far nascere il bimbo di una giovane nigeriana, è stato assegnato il premio “Minerva Narni”; la cerimonia di consegna è avvenuta domenica a Narni al museo di palazzo Eroli.
Il riconoscimento è stato dato dall'Associazione MinervAArte durante la cerimonia del Premio Mimosa 2016, il concorso di scrittura narrativa organizzato dagli assessorati alle pari opportunità e alla cultura del Comune di Narni e dalla stessa associazione. Il premio consiste in un’opera di Ugo Antinori.
Feminò – questo il nome del bambino venuto alla luce su una motovedetta della Guardia costiera – la cui nascita avvenne in una situazione di tragedia, perché la madre del neonato, Ester Terry, 24 anni, nigeriana, si trovava in un gommone sgonfio dove erano già morti 25 migranti. Ester– già con le doglie – venne accolta da Luca Italia, un otorino di Acireale, e da Marianna Mandich, giovane infermiera umbra, entrambi a bordo della motovedetta come squadra dei medici dell’Ordine di Malta, il Cisom diretto da Mauro Casinghini. Il comandante della motovedetta suggerì di dare al piccolo (tre chili) il nome di Salvatore, ma la madre volle si chiamasse Feminò.
Il caso volle che a bordo della motovedetta ci fosse una troupe di “Porta a Porta” per un reportage sui migranti, con l’inviata di Bruno Vespa, Simona Decina e l’operatore Fabio Rizzo, che coinvolti in questa splendida avventura anche loro si mobilitrono, aiutando il medico e l’infermiera, alla loro prima esperienza, come ammette Marianna Mandich: “Per fortuna la giornalista aveva già partorito due volte e ha dato buoni consigli…”.