Riceviamo e pubblichiamo un articolo – denuncia di Marcello Gaggiotti
“Ignoro in quale misura sia nota ai cittadini di Perugia l’esistenza, sul sito del Comune, del link https://www.comune.perugia.it/cpg/segnalazionedisservizio/Segnala.aspx che da qualche tempo l’Amministrazione ha messo a disposizione del pubblico per ricevere segnalazioni di disfunzioni, disservizi e quant’altro. Si tratta di uno strumento che in linea di principio dovrebbe intendersi “modernizzatore” rispetto al vecchio sistema dell’esposto cartaceo e che, tuttavia, permane assolutamente carente sotto il profilo della “risposta”. Intendo infatti esternare qui il mio personale senso di frustrazione riguardo alla effettiva funzionalità di tale mezzo telematico.
A fronte di una ventina di segnalazioni effettuate (dal 6.11.2015 ad oggi) ho ricevuto due sole risposte: una insufficiente su un fatto di relativa rilevanza; una, a dir poco surreale, su un fatto grave qual è l’inosservanza di un’Ordinanza del Sindaco, inosservanza che ad ogni buon conto perdura spavaldamente da mesi. In tutti gli altri casi mi sono dovuto accontentare della formula stereotipata di riscontro “segnalazione # (seguono numero, data, titolo, mittente). La sua segnalazione è stata raccolta e girata ai diretti interessati”, senza che seguisse alcuna risposta concreta. Come se da quel momento la questione non dovesse piú riguardarmi. Dopo molte fatiche sono riuscito a sapere che il servizio fa capo all’assessore F. Calabrese, e, tramite la segreteria del Sindaco, ho appreso dell’esistenza di un dirigente responsabile (dott. U. Bonifacio) che non sono stato finora in grado di contattare.
Non ho mancato di far presente all’Amministrazione che sarebbe opportuno mettere al corrente i cittadini utenti circa le “regole d’ingaggio” del suddetto strumento informatico il quale, perché si possa confidare nella sua efficacia e trasparenza, dovrebbe fornire a chi decide di utilizzarlo risposte chiare, ottenibili entro tempi rapidi e, soprattutto, certi, nonché consentire una “tracciabilità” mediante l’esplicita indicazione dei “diretti interessati” (dicitura che sarebbe opportuno sostuituire con la piú congrua “responsabili del procedimento”). Sono tuttora in attesa di risposta tanto riguardo allo specifico delle questioni poste, quanto, in generale, riguardo alle “regole d’ingaggio” del servizio. Volendo rifuggire dal sospetto che possa trattarsi di un’operazione di mera cosmesi, viene da pensare che, stante la strutturazione degli Uffici, sussista una seria difficoltà nell’individuazione dei “responsabili del procedimento”, tanto piú che su determinati temi le competenze possono accavallarsi.
Ciò tuttavia non può essere un alibi né deve esimere dal fornire risposte al cittadino. Inutile aggiungere che le suddette segnalazioni, accanto al “detto”, possono sottendere una quota di “non detto” (o, per diversi e concomitanti motivi, “non dicibile”, e.g. situazioni e fatti anomali, inquietanti o sospetti, di rilevanza ad ogni buon conto sociale), riguardo al quale il cittadino si attende magari che, intelligentemente, l’Istituzione “colga il messaggio” e faccia da “sponda”. Evitando di trincerarsi dietro burocratici formalismi, impedimenti reali o presunti, richiami a regolarità di pura facciata, necessità di cogliere in flagrante, carenze di personale, quando non, addirittura, rubricando ottusamente certi appelli sotto la voce “beghe di vicinato”. I cittadini affezionati a temi e valori gravitanti intorno al concetto di “polis” possono essere buone sentinelle rispetto ad un territorio sempre piú eroso, minacciato e incontrollato, visti anche i tempi che corrono.
Un’Amministrazione saggia dovrebbe considerarli, piuttosto, alla stregua di una risorsa preziosa e stare inequivocabilmente al loro fianco, tendendo le antenne e evitando, al contrario, quell’indolente laissez-faire, quell’assistere al concrezionarsi di prassi e comportamenti che talune personalità antisociali, rese prepotenti da un’impunità di fatto che stimola forme progressive di bullismo, potrebbero interpretare malamente”.