Il 58 enne Antonio Catalano, originario di Palermo, ha ucciso per futili motivi un suo conoscente Mirco Paggi di 43 anni scaricandogli addosso i colpi di una lupara, in classico stile siciliano. A suo dire la vittima lo aveva minacciato di uccidergli il figlio sedicenne se non gli avesse dato dei soldi.
Luogo del delitto la zona di Ponte D’Oddi, dove i due vivevano e si conoscevano ma erano divisi da motivi passionali per una donna straniera ma anche per piccoli ricatti perpetrati dalla vittima sulle attività, poco chiare, del Catalano.
L’autore del delitto ha avuto anche la prontezza di spirito di chiamare i soccorsi e di raccontare nei minimi particolari la vicenda. Ma nonostante le spiegazioni non tutto è chiaro, ad esempio il fatto che l’omicida detenesse con sé un fucile con le canne mozzate e che ha dichiarato di averlo trovato nel centro di Perugia insieme a della droga.
Il che fa pensare ad una premeditazione, a causa dei rapporti ormai troppo deteriorati e che erano già sfociati in una denuncia di cui si attendeva l’esito.
Il Catalano ha anche dei precedenti penali, non gravi, ma che testimoniano di un uomo che non è disposto a subire torti da nessuno; tra le spiegazioni fornite agli inquirenti il fatto che il suo avversario prima dell’omicidio era in uno stato alterato, probabilmente ubriaco.
Anche il Paggi aveva precedenti penali per furto, estorsioni e spaccio.
Ora il palermitano, che è assistito dagli avvocati Bellucci e Brunori, è stato condotto nel carcere di Capanne con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, possesso illegale e alterazione d’arma e relative munizioni in quanto l’ autore del delitto era stato inquisito in passato e non poteva detenerli.