di Francesco Castellini – L’attività sportiva professionistica, e in maniera particolare il calcio, ha in sé grandi risvolti positivi sulla città che rappresenta.
Sul piano locale il fatto che il Perugia sia riuscito a riconquistare la serie B è davvero un evento destinato ad avere un impatto molto positivo sulla città e su tutto il territorio regionale.
Studi recenti proprio in merito agli effetti “indiretti” della promozione della propria squadra di calcio, hanno dimostrato che tale “avanzamento” crea valore sociale nella comunità, con benefici tangibili collegati all’indotto economico ma anche al benessere psico-sociale di tutti i cittadini. Un aspetto che sembra sempre un po’ messo da parte, ma che, è dimostrato, è in grado di accrescere l’autostima e il senso di appartenenza nei cittadini. In sostanza avere la squadra della propria città in una categoria superiore si traduce in una straordinaria campagna di marketing ogni qual volta si dà vita ad un evento sportivo.
Una promozione peraltro a costo zero. A proposito è stato studiato il caso della Virtus Entella, la principale squadra di Chiavari, che, approdando in serie B, ha permesso di ottenere una serie di “ricadute” positive sul territorio di riferimento. In quel caso i parametri presi in esame hanno portato a dedurre che tutto portava ad una “moltiplicazione” dei valori impiegati, ovvero per ogni euro investito se ne ottenevano tre.
A tale impatto si arriva partendo dall’analisi del territorio e dunque dagli stakeholders (portatori d’interessi) presenti: sia interni, che possono essere legati direttamente alla squadra oggetto dello studio e al suo settore giovanile; sia esterni, legati alle istituzioni locali, agli esercenti, ai tifosi, agli enti no profit e quant’altro. Si pensi per esempio a tutte le volte che il Perugia Calcio passerà su una pagina di un giornale nazionale o in un servizio televisivo e al costo equivalente che il Comune avrebbe dovuto sostenere per una campagna promozionale di uguale portata sul territorio.
Ma va aggiunto altresì che questo non basta: è necessario fare sistema tra tutte le istituzioni e gli altri attori locali, perché per un progetto del genere non bastano solo risorse economiche, ma serve anche avere una visione d’insieme legata ad una forte progettualità. Questo perché spesso i nostri attrattori turistici non sono sistematizzati come un’impresa e non trovano una regia unica per promuovere il territorio.
E a tal proposito in Umbria emerge troppo spesso una vocazione turistica ancora inespressa, complice anche una debolezza, se non proprio l’assenza, di pensiero politico strategico, a cui si deve affiancare anche un impegno del mondo imprenditoriale, che deve approfittare di questa straordinaria occasione per rilanciare il branding della città, basato su almeno tre aspetti: le persone che hanno fatto e fanno la storia del luogo, i monumenti e gli eventi.
Rispetto a questi ultimi, è dimostrato, un posto privilegiato lo detengono le attività calcistiche, che grazie ai mass media ottengono una visibilità grandissima, non solo locale e nazionale, ma spesso anche planetaria. Dunque, con il Perugia in Serie B, si sono venute a ricreare occasioni d’oro, sportive, politiche, economiche, che non possiamo davvero permetterci di sprecare.
Umbria Settegiorni n. 4 | giugno 2021