di Andrea Baffoni – Si intitola “Sandro Chia: Il viandante”, la mostra inaugurata sabato al Ciac-Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, visitabile fino al 29 gennaio.
Curata da Italo Tomassoni, la rassegna presenta opere realizzate appositamente per tale evento, esponendo grandi tele alternate a dipinti di ridotte dimensioni, dove l’artista toscano mette in scena un suggestivo itinerario estetico, narrante l’enigma del fare pittorico.
Orizzonte inesistente. Come sottolineato da Tomassoni durante l’inaugurazione, la mostra si delinea nel confronto fra l’artista e il critico, impegnati a lavorare entrambi su un orizzonte inesistente. Nessuno dei due sa cosa farà l’altro, eppure, entrambi, si sforzano di affrontare le incognite del rispettivo mestiere, ricongiungendosi nel prodotto finale. Ne deriva un “viaggio” misterioso nel processo critico e pittorico, e benché tutto questo sia difficilmente comprensibile dal visitatore, il risultato resta pregevole negli esiti pittorici, dando origine ad una mostra perfettamente calibrata per gli spazi del Ciac e ben alternata nelle scansioni e nei ritmi delle opere grandi e piccole.
Afferma Sandro Chia: “l’immagine di un viandante è il mio tema preferito, una figura che incede tra cielo e terra, contornato dal paesaggio, possibilmente accompagnato da animali domestici”.
Il visitatore può dunque perdersi fra le grandi figure ieratiche e le forme libere di elementi naturali familiari, il tutto immerso in atmosfere metafisiche dove, in pieno stile trans-avanguardistico, il nomadismo intellettuale imperante spinge l’artista a spaziare fra richiami sironiani ed espressività fauves, finanche echi chagalliani, facendo della storia un’ulteriore meta possibile di questo misterioso viaggio.