Luca Palamara è arrivato a piedi al tribunale penale di via XIV Settembre a Perugia, accompagnato dai suoi avvocati.
L’ex pm romano e consigliere del Csm indagato per corruzione, si è presentato all’udienza davanti al gip di Perugia fissata per decidere quali saranno le intercettazioni telefoniche da trascrivere nell’ambito dell’indagine a suo carico e che confluiranno in un eventuale fascicolo processuale.
In aula, per la procura, il nuovo capo di Perugia Raffaele Cantone e i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano.
Luca Palamara è indagato per il suo ruolo di “mediatore” nelle correnti della magistratura e nell’assegnazione, nello specifico, di incarichi di rilievo.
“Siamo qui per valutare la legittimità delle intercettazioni nei confronti dei parlamentari” ha detto uno dei suoi difensori, l’avvocato Benedetto Buratti ai giornalisti prima di entrare con il suo assistito a Palazzo di Giustizia.
“Riteniamo violata la Costituzione” – ha aggiunto.
I legali dell’ex-presidente dell’Anm, Luca Palamara, indagato a Perugia, eccepiscono l’inutilizzabilità di alcune intercettazioni.
In quanto i pm eugubini avrebbero dovuto chiedere, secondo i difensori, un’autorizzazione preventiva alla Camera dei Deputati.
Sono un centinaio le intercettazioni telefoniche, oltre a una ventina realizzate con il captatore informatico trojan, delle quali la procura di Perugia ha chiesto la trascrizione nell’ambito dell’inchiesta.
Circa cento le conversazioni sempre via telefono per le quali sollecita di fare altrettanto il magistrato, ora sospeso dalle funzioni e dallo stipendio.
La difesa di Palamara ha comunque già presentato al giudice per le indagini preliminari e alla procura una memoria per chiedere un rinvio dell’udienza.
Dopo un paio d’ore di camera di consiglio è stato concesso un rinvio al 30 luglio per parlare dell’utilizzabilità delle intercettazioni.