Enrico Scoccia, il 69enne autore dell’orribile gesto, però, potrebbe aver rivolto l’arma contro di sé in un secondo momento
Dall’autopsia effettuata sulle vittime della strage di Fratticiola Selvatica i primi risultati rivelano che le persone decedute sono morte sabato mattina nel giardino di casa.
La moglie dell’uomo, che poi si è suicidato, è stata colpita sulla brandina, la figlia alla schiena mentre tentava di scappare.
Enrico Scoccia, il 69enne autore dell’orribile gesto, però, potrebbe aver rivolto l’arma contro di sé in un secondo momento, se fosse riscontrata la testimonianza del vicino che ha riferito di averlo visto ancora in vita lunedì.
Sempre a proposito di sabato mattina sono numerosi i testimoni che ricordano di aver sentito i colpi da arma fuoco proprio in quel giorno.
Una tragedia che, secondo i primi riscontri medico legali, sarebbe rimasta celata per quasi quattro giorni finché il fidanzato di Elisa non ha raggiunto il casolare per cercarla.
Il lavoro del medico legale Luca Tomassini andrà avanti per provare a far luce su altri punti ancora non chiari della strage.
L’indagine presa in mano dal procuratore aggiunto di Perugia Guseppe Petrazzini, attende risposte degli esami autoptici.
Ci sono poi le ecchimosi che gli investigatori della squadra mobile e della polizia scientifica di Perugia hanno riscontrato sul corpo di Elisa Scoccia, compatibili anche con colpi inferti con un corpo contundente. Elemento che, insieme alle suppellettili in frantumi all’interno del casolare, possono lasciare ipotizzare ad una colluttazione che comunque andrebbe contestualizzata rispetto ad un duplice omicidio che lascia intendere che le due donne siano state sorprese in un momento di tranquillità, sotto il sole di un pomeriggio di fine estate.