Al l’udienza di ieri Francesco Rosi appare disperato e sottomesso, in memoria di quel 25 Novembre 2015 quando a sangue freddo uccise – per gelosia- la moglie Raffaella Presta con un fucile Beretta, sparando due colpi che colpirono Raffaella prima alla mano destra e poi alla zona inguinale, che gli fu fatale; lo fece davanti al bimbo di sei anni.Il caso divenne subito di interesse nazionale.
Rosi ha più volte tentato di togliersi la vita in carcere.L’udienza si è svolta in un clima di forte tensione: da una parte i genitori di Raffaella ed i suoi avvocati che hanno chiesto il sequestro dei beni e 2,5 milioni di euro di danni e dall’altra parte il giovane omicida che non ha fatto altro che piangere per l’intero processo, chiedendo perdono.
L’avvocato Modena ha presentato in aula diverso materiale fotografico e molti sms con l’obiettivo di convincere la difesa e nel tentativo di ridurre la pena del suo cliente.
Per il 19 Dicembre è stato fissato l’interrogatorio a Francesco Rosi e probabilmente la difesa chiederà una perizia in merito alla capacità di intendere e di volere del giovane omicida.
Il dramma avvenne per la convinzione di Francesco Rosi che la moglie ” Raffaella Presta ” intratteneva una relazione extraconiugale, anche in presenza del bimbo.