Tra case aperte come uova di cioccolato e ruspe che portano via macerie, la Pasqua, a Norcia, è soprattutto desiderio di normalità. Una speranza di rimettere in moto le lancette di un orologio fermo alla paura del 24 agosto e dimenticare le cicatrici del terremoto. Stamattina hanno aperto i primi due cantieri a Castelluccio per rimuovere tutto ciò che intralcia la demolizione e iniziare a ricostruire. “La riapertura dei cantieri è il segnale che la gente stava aspettando. Tra qualche giorno apriranno anche a Norcia e nelle frazioni e inizieremo una nuova
fase”, ha dichiarato l’assessore ai lavori pubblici Giuliano Boccanera. Domani, intanto, è prevista la consegna di 33 casette prefabbricate a chi ha casa totalmente inagibile. Altrettante saranno pronte il 29 aprile, mentre l’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) metterà a disposizione 10 appartamenti in muratura a maggio. Tra Norcia e frazioni, però, ci sono ancora 160 famiglie senza casa a cui è stata riconosciuta l’inagibilità strutturale. L’abitazione di Michela, invece, è temporaneamente inagibile e da mesi vive in una casa su ruote che le ha messo a disposizione un’associazione di volontariato. “Noi siamo in cinque e abbiamo un figlio autistico, ma non avremo una casa dal comune perché la nostra abitazione è stata classificata temporaneamente inagibile. Per ricevere gli aiuti – ha spiegato Michela – bisogna rientrare nella categoria E, ovvero edifici inagibili per rischio strutturale, non strutturale o geotecnico. Abbiamo anche pensato di andare a vivere lontano da Norcia, ma non è facile. Intanto passeremo la Pasqua lontano dall’Umbria per cambiare aria”..
– Molti che in Valnerina hanno una seconda casa, invece, torneranno nella città di san Benedetto almeno per Pasqua o Pasquetta. I ristoranti ancora aperti sono già sold out. Tante le prenotazioni da fuori regione, soprattutto da Lazio e Toscana. “Il problema non e’ la ristorazione, ma i pernottamenti in albergo. Quasi tutti vengono per un giorno e nessuno si ferma a dormire”, ha raccontato Emiliano Gregori, gestore di un ristorante poco fuori le mura di Norcia. Emiliano è stato il primo a delocalizzare l’attività dopo il terremoto. “Avevo un crollo di una chiesa. Un amico a novembre mi ha chiesto se volevo gestire il suo locale e ho accettato. Dopo una serie infinita di pratiche burocratiche sono riuscito ad aprire il 22 marzo. Le cose stanno andando bene, ma non è una Pasqua come tutte le altre: anche in questa settimana mi sveglio e lavoro alla giornata senza più riuscire a fare programmi”, ha concluso Emiliano. Tra difficoltà e segnali di ripresa, Norcia si raccoglie attorno alle millenarie tradizioni religiose che ricordano la Passione di Cristo. Domani sera, attorno alle mura della città, avrà luogo come ogni anno la processione del Cristo morto. Il corteo, composto da oltre 400 penitenti, farà rivivere in scene viventi i momenti piu’ intensi della Passione.(AGI)