Il dirigente delle Entrate del Comune di Perugia, Mirco Rosi Bonci, ha reso note le somme non riscosse dall’ente pubblico nel 2017 per quanto riguarda la tassa dei rifiuti e non si tratta di una somma trascurabile, ma bensì di quasi 10 milioni.
E quello che è più preoccupante è che la cosa si è ripetuta, per lo più, negli anni che vanno dal 2014 al 2017 e presumibilmente anche negli anni successivi.
Questi dati sono stati accertati verificando i documenti della Gesenu, inoltre si è quantificato quanti sono i morosi, ben 14.500, un numero considerevole se si considera il totale degli abitanti serviti.
Questa le cifre ufficiali alle quali vanno aggiunti quegli utenti sconosciuti perché non hanno mai fatto la dichiarazione, in particolare extracomunitari e immigrati.
Una bella perdita per le casse comunali difficile anche da recuperare perché non pochi sono in stato di necessità per la crisi economica.
Vanno insomma recuperati ben 12 milioni di euro sui 43 totali e si stanno cercando le strade per farlo.
Il consigliere comunale Cristina Rosetti (M5s) propone la trasformazione in tariffa della tassa per “permettere di scaricare l’Iva e avere una tariffazione puntale, evitando una imposta iniqua che come tale pesa sulle attività d’impresa e gli studi professionali”. Uno studio professionale “paga quanto un ristorante”, esemplifica Rosetti “e un albergo paga per superficie qualcosa di spropositato rispetto al quantitativo di rifiuti che produce”. Richiesto dai grillini anche un riequilibrio verso la quota variabile della tassa.