Inizierà il prossimo 18 settembre con l’esame di un’imputata e le requisitorie dei pm Domenico Guarascio e Antonio De Bernardo. Per chi non ha chiesto l’abbreviato l’udienza preliminare proseguirà il prossimo 21 luglio a Catanzaro per la decisione sui rinvii a giudizio.
Nel corso dell’udienza tenutasi nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, il giudice ha stabilito che saranno 57 gli imputati che si sottoporranno al giudizio abbreviato, sei all’abbreviato condizionato e gli altri saranno giudicati con rito ordinario, in base ovviamente alle richieste dei loro legali.
Questo significa che più della metà degli imutatialla sbarra avrà lo sconto di un terzo della pena che gli verrà inflitta.
Tra i 95 imputati ci sono anche 23 perugini chiamati a difendersi dalle accuse, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e occultamento di armi clandestine, estorsione, minacce, violenza privata e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati di natura contabile o economico-finanziaria che avevano come obiettivo frodi ai danni del sistema bancario.
In base ai risultati delle indagini svolte sul campo dalla sezione Criminalità organizzata della squadra mobile di Perugia, i ventitré (umbri o residenti in Umbria da diversi anni) devono essere considerati come la «ramificazione» della ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro (in provincia di Crotone) o comunque personaggi che con questa sorta di ‘ndrina perugina hanno avuto collegamenti e fatto affari. Accuse che chiaramente dovranno essere dimostrate nel corso del processo e contro cui si batteranno in aula, tra gli altri, gli avvocati Michele Nannarone, Antonio Cozza, Saschia Soli, Donatella Panzarola, Francesco Falcinelli, Cosimo Caforio, Alessandro Ricci, Daniela Paccoi e Rita Urbani.
Tra le parti civili ammesse dal gup, anche il Comune di Perugia tramite il procuratore speciale Massimo Brazzi. Una nota di palazzo dei Priori spiega come «la costituzione è stata circoscritta alle sole imputazioni consumate nel perimetro del comune di Perugia e che hanno destato grandissima eco mediatica. La richiesta di una provvisionale, immediatamente esecutiva, pari a 3 milioni di euro è stata formulata sulla base della gravità dei delitti ascritti agli imputati, che hanno provocato un serio danno all’immagine, alle attività produttive, all’economia locale, alla libertà di autodeterminazione delle vittime, alla salute della cittadinanza, alla libertà imprenditoriale ed in generale alla regolarità dello svolgimento delle attività commerciali».