di Bruno Di Pilla – Si sono anche resi ridicoli, i 12 proprietari delle cosiddette superpotenze calcistiche europee, costretti a precipitosa fuga dopo l’autentica insurrezione dei loro stessi tifosi, oltre che delle autorità politiche e sportive dell’intero Vecchio Continente. Nello scellerato patto segreto, diffuso in fretta e furia nottetempo, neanche avevano inserito clausole penali destinate a colpire chi, per varie ragioni, non avesse ottemperato alle comuni disposizioni.
Così, dopo le durissime reazioni a valanga della piazza, i dissennati oligopolisti di una pelota sempre più sgonfia e beffarda hanno dovuto chiedere pubblicamente perdono ai rispettivi sostenitori, inviperiti per lo sconcertante modus operandi degli incauti padroni. E’ naufragato in 48 ore, tra le generali risate del già paradossale mondo calcistico, afflitto da un mare di debiti, il faraonico progetto della superlega europea. A certificarne l’auspicata morte sono stati, tra l’altro, alcuni risultati di ieri sui campi della massima serie italiana: il baldanzoso Sassuolo, piccola società di provincia, ha strapazzato l’ex glorioso Milan a San Siro e la neo-promossa Spezia ha imposto il pareggio alla capolista Inter, lanciatissima verso la conquista dello scudetto.
In ogni caso, al di là della misera (ma per tutti noi appassionati di calcio felice) conclusione della vicenda, sono piaciute le concilianti dichiarazioni del Presidente UEFA Ceferin: “E’ sempre ammirevole chi riconosce i propri errori”. Errare humanum est, perseverare diabolicum. Adesso facciano pubblica ammenda anche gli scissionisti più testardi e rientrino disciplinatamente nei ranghi delle federazioni europee e nazionali. Amen.