L’assessore comunale di Narni alle politiche sociali ha affidato all’ufficio stampa, per la diffusione, una nota di replica all’articolo pubblicato su ilFattoQuotidiano.it e ripreso poi da interrogazioni consigliari di M5S e Forza Italia. L’assessore Tiberti fa riferimento al fatto che secondo la testata giornalista il Comune di Narni avrebbe “gonfiato” le spese di gestione del personale inserito nel sistema di “accoglienza Sprar”, utilizzando dei propri dipendenti non dotati di specifiche professionalità.
Sorvolando sui toni polemici e accusatori, sostiene l’assessore, nell’approfondimento giornalistico non si è tenuto conto di un dato fondamentale. Il Comune di Narni e i Comuni dell’ambito narnese-amerino co-finanziano i progetti Sprar attraverso il lavoro del proprio personale e, quindi, con quelle risorse, dei propri bilanci, destinate al pagamento degli stipendi.
Narni e gli altri Comuni del narnese-amerino, secondo l’amministratore, hanno partecipato con le proprie risorse ai progetti Sprar, utilizzando le professionalità interne che già svolgevano attività nell’ambito dell’immigrazione e del sociale a diversi livelli e con diverse competenze, acquisite anche sul campo.
Per quanto riguarda il personale adibito, puntualizza nella nota, si tratta di personale avente la professionalità adeguata, come da contratto di lavoro, essendo assistenti sociali, mediatori, educatori, formatori, personale con specificità di supporto ed ausilio psicologico, aventi una notevole flessibilità (necessaria in frangenti simili) che ha consentito e che consente la gestione di situazioni, molto spesso, straordinarie.
Circa la rendicontazione, la cui modalità è stata inserita nella “progettazione Sprar” fin dal 2004 (al tempo, denominata “progetti Hope”), l’assessore fa notare che sono, semplicemente, le ore di lavoro, stimate al 60 per cento, quale impegno lavorativo negli Sprar da parte dei dipendenti e regolarmente pagate mensilmente negli stipendi, senza alcun rimborso da parte dello Stato.
L’assessore aggiunge a tale proposito che molte più ore sono riconducibili allo Sprar, nell’operosità della macchina comunale, le quali non sono state rendicontate e non sono state inserite nelle progettazioni. Si tratta, infatti, di tutte quelle attività meramente amministrative e delle iniziative che nascono dall’attuazione degli Sprar, come i progetti “Fuori dal Labirinto”, “Firmina”, i “Non si Tratta per la Tratta delle donne oggetto di violenza” ed altri simili, tipo il Servizio per l’avviamento al lavoro (Sal), coordinato da due mediatrici del lavoro che rappresenta lo strumento e il momento di connessione ai progetti Sprar, la istituenda Consulta degli immigrati o le attività interne legate alla Legge 286/98 per la giornata del rifugiato politico, che hanno visto coinvolti tutti i collaboratori per l’organizzazione del trasporto, per la destinazione degli gli spazi di atletica e altro ancora.
L’attività del Comune di Narni e dei Comuni dell’amerino-narnese, sempre secondo l’assessore Tiberti, ha dato una risposta concreta ad una situazione espressamente chiamata “emergenza sbarchi, emergenza Nord Africa”, dalle numerose circolari degli anni 2012 / 2013/ 2014 del ministero degli interni e del servizio centrale, che invitavano tutti i comuni ad accogliere migranti, attraverso un sistema di accoglienza diffusa.
Inoltre, conclude, l’attività degli uffici è stata messa a disposizione della prefettura di Terni a supporto delle commissioni di controllo per le “emergenze sbarchi” e per le attività connesse all’integrazione, come da protocolli di intesa promossi dalla stessa prefettura.