Il futuro del costruendo Centro culturale islamico di via Madonna del Moro, che ormai da anni caratterizza il dibattito politico umbertidese, è stato uno dei temi più caldi dell’ultimo consiglio comunale.
Infatti, il Movimento 5 Stelle, tramite il suo rappresentante nell’assise cittadina, Giampaolo Conti, ha presento una interrogazione per conoscere quali sarebbero state le intenzioni della giunta guidata dal sindaco Luca Carizia per trovare una soluzione alla vicenda.
“Non esistono ostacoli di natura tecnico-giuridica al completamento della nuova sede del Centro culturale islamico”. E’ un punto fermo quello emerso durante il dibattito in consiglio comunale sulla questione della nuova moschea. Dal punto di vista giuridico infatti, è tutto in regola. Da parte sua, comunque, il sindaco Carizia ha garantito massima vigilanza.
L’amministrazione, lo scorso 30 luglio, aveva richiesto un parere “pro veritate”, redatto dall’avvocato Maria Giovanna Belardinelli, proprio per meglio comprendere la situazione dal punto di vista tecnico-giuridico sulla costruzione della struttura, anche “in previsione delle eventuali azioni da intraprendere a tutela dell’interesse pubblico”.
LA STORIA
La moschea di Umbertide è stata chiusa e adesso la comunità islamica umbertidese, formata da circa duemila persone, è rimasta senza un luogo dove poter incontrare e pregare. Si è dunque giunti alla fase di sgombero dopo che sono scaduti i termini dell’ordinanza del Comune che nel dicembre del 2017 (sotto la guida del sindaco Marco Locchi) in seguito a un esposto del movimento “Umbertide cambia”, decretava il ripristino della destinazione d’uso del locale di via Battisti, adibito da 16 anni a centro culturale islamico.
Quella che fino ad oggi è stata adibita a moschea di fatto è un magazzino, peraltro ridotto anche molto male, la cui destinazione d’uso non poteva essere quella di un luogo di culto e di incontro.
Lo sgombero è stato un duro colpo per la comunità islamica che, di fatto, si sente cacciata. Dice Mohamed El Asery, vicetesoriere centro islamico, metalmeccanico e cittadino italiano: “Sono in Italia dal 1989 e vivo a Umbertide dal 1993. Sono 16 anni che vengo in questo luogo con mia moglie. Oggi siamo cacciati via di qui senza avere nessun altro locale dove andare a pregare”.
L’imam Chafiq El Oqayly, al momento in Marocco, sua terra natale, fa sapere: “L’ordinanza va rispettata. Noi abbiamo sempre cercato di rispettare la legge in ogni modo e situazione. Abbiamo cercato un locale provvisorio per la preghiera e le attività culturali del Centro islamico ma non abbiamo trovato nulla, purtroppo. Se non troveremo un locale continueremo a trattare con il Comune”.
Intanto l’intera comunità di fedeli guarda all’apertura del nuovo centro islamico di via Madonna del Moro, per il cui completamento occorrerebbero almeno sei mesi, se non un anno. Un primo tentativo, che aveva individuato nella zona delle Fontanelle un locale adatto, è naufragato poco prima della firma del contratto.