È passato un mese dalla morte violenta di Samuele De Paoli, il ventiduenne di Bastia Umbra trovato morto in un fosso a Perugia dopo essere stato con il trans brasiliano che si fa chiamare Patrizia.
Il transessuale Pineiro Reis Duarte Hudson aveva ammesso che dopo la prestazione sessuale era scoppiato un litigio con il ragazzo, e che dopo esseri dati delle botti violente lui l’ha lasciato languire nel fango tutto nudo per tutta la notte.
Stando al racconto dell’indagata l’ira di Samuele è stata scatenata dall’insoddisfazione per il rapporto sessuale pattuito per trenta euro. Di lì le botte, la richiesta di avere un rapporto all’esterno dell’auto, l’opposizione di “Patrizia” e infine la tragedia.
Il transessuale ha sempre sostenuto, in particolare, di aver afferrato il ventiduenne per il collo per difendersi. Sul collo i medici legali hanno isolato quattro strisce rosse – ipotizzando si tratti delle dita – e una sul lato opposto del collo, proprio sotto l’orecchio, e anche riscontrato la rottura del nervo valgo.
Sarebbe stata proprio quella pressione a provocare lo shock del nervo vago individuato, allo stato, come possibile causa del decesso per arresto cardiocircolatorio. Secondo medici rianimatori la manovra impiega anche 4-5 minuti per portare allo svenimento o, come in questo caso, alla morte.
Patrizia ha dichiarato che quando è andata via, verso le 21 di sera, Samuele era ancora vivo e le aveva chiesto aiuto.
Ultime notizie sul caso rivelano che dai primi risulttai emersi dall’autopsia Samuela la sera della sua morte era sotto effetto di cocaina, e aveva anche bevuto sostanze alcoliche.
Nessuno che si sia mai preoccupato di stabilire se anche Pineiro Reis Duarte Hudson quella sera abbia assunto sostanze stupefacenti, anche se risulta assuntore abituale di droga.
Ma intanto questo “strano” individuo pur essendo indagato per omicidio preterintenzionale è libero, perfino di rilasciare dichiarazioni alla stampa, con tanto di foto.
Ma, a quanto è noto finora, nessuno che fino ad ora gli abbia contestato anche il reato di “omissione di soccorso”.
E pensare che molto probabilmente sarebbe bastata una telefonata (anche anonima) al pronto soccorso per salvare il povero Samuele.