Monique Veaute sarà il nuovo direttore artistico del Festival di Spolet. L’insediamento ufficiale avverrà nella prossima seduta del Consiglio di amministrazione. Ad annunciarlo è il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che spiega di aver condiviso «la proposta formulata dal sindaco di Spoleto Umberto de Augustinis».
Lascia dunque Giorgio Ferrara, dopo 13 anni alla guida del Festival. Ma il suo addio ci sarà solo al termine della 63/a edizione in programma dal 26 giugno al 12 luglio 2020.
Monique Veaute, fondatrice di Romaeuropa arte e cultura e direttrice artistica dell’omonimo festival, classe 1951, sarà la prima donna a dirigere la prestigiosa manifestazione spoletina, di cui curerà la direzione artistica dall’edizione numero 64 del 2021, quando sarà definitivamente archiviata la stagione di Ferrara, che attraverso l’ufficio stampa del Due Mondi ha fatto sapere: «Sono felice e una punta orgoglioso della scelta di nomina per la mia successione. Questo Festival mi è entrato nella testa e nel cuore, e non poteva esserci soluzione migliore di quella appena decisa per un suo ulteriore rilancio come istituzione di alta cultura. Auguri di buon lavoro a Monique Veaute, che festeggeremo quest’estate nella città del Festival fondato da Gian Carlo Menotti».
Il sindaco di Spoleto che definisce la condivisione del Mibac alla sua proposta una conferma del valore del Due Mondi nel panorama culturale e artistico internazionale e l’attenzione e la vicinanza del Ministero nei confronti della manifestazione: Veaute è una figura di grande prestigio e competenza, che nel corso della sua carriera ha ricoperto incarichi di straordinaria importanza e rilievo». Quindi i ringraziamenti a Ferrara, contrattualmente legato al Festival di Spoleto fino al 12 luglio 2020, per la determinante opera di rilancio avviata nel 2008 e portata avanti con grande capacità: riuscire a ricreare la giusta attenzione intorno alle proposte artistiche del Festival non sembrava essere impresa facile alcuni anni fa, ma Ferrara ha avuto la capacità di fare scelte innovative, mantenendo però al tempo stesso quella matrice sperimentale che ha reso famosa in tutto il mondo la creatura del maestro Gian Carlo Menotti. Con Ferrara, a cui va il mio personale e affettuoso ringraziamento, continueremo a lavorare in maniera proficua in vista della 63/a edizione».