‘Il terremoto del 2016 non ha per nulla favorito Spoleto con una ricostruzione lenta e farraginosa. Dopo tre anni dal Sisma poco è stato fatto, anche difficoltà nelle procedure istruzioni delle pratiche a questo si aggiungono le difficoltà riscontrate da professionisti in attesa di riscontri economici.
“Unica vertenza ad oggi in buona parte risolta è stata quella della Maran/R&S dove una multinazionale svedese, la Hoist Finanace – seppur con un taglio di decine di dipendenti e del 15% degli emolumenti per chi è stato trasferito nella Nuova Maran -, è riuscita a “salvare” il salvabile da un fallimento già annunciato.
Isotta Fraschini ex Pozzi: I lavoratori dei comparti Allumino e Ghisa, sono da oltre 4 anni sostenuti dalla CIS (Cassa Integrazione Straordinaria), in scadenza il prossimo 26 settembre.
Ex Novelli Novelli : Rivestiva una grossa importanza, sia in termini di occupazione, che di fatturato, e soprattutto per l’eccellente qualità dei prodotti. Un’azienda riconosciuta quale una delle migliori a livello nazionale nel settore dell’ovicoltura. L’ultima riunione tenuta al Mise (Ministero Sviluppo Economico), non ha fornito sostanziali sviluppi. Oggi, tra rinvii del Tribunale e curatori fallimentari che non trovano un’ accordo, si attendono novità dalla prossima Udienza fissata nel mese di ottobre presso il Tribunale di Terni.
Ex Cementir – oggi Gruppo Colacem di Gubbio: Stabilimento convertito in centro di macinazione con l’obiettivo di ridimensionare il numero degli occupati, a meno della metà degli attuali (75). A rischio sono una quarantina di posti di lavoro. Ai tavoli istituzionali in Regione Umbria Assessorato Sviluppo Economico, presenti le sigle sindacali, richiesto ai rappresentanti Colacem, la richiesta di un Piano Industriale che può garantire più posti di lavoro, e cercare di scongiurare il trasferimento dei lavoratori in eccedenza in altri Siti di proprietà dell’Azienda di Gubbio.
Teatro Lirico Sperimentale alle prese con il ripiano del deficit pregresso, che egregiamente sta portando avanti grazie alla collaborazione di Istituzioni pubbliche e private tra cui il Comune di Spoleto, si paventa da parte della Regione Umbria un netto taglio ai contributi 2019, se ciò dovesse verificarsi, un altro grave danno, considerato il numero degli occupati all’interno del Sodalizio spoletino.
Occorrerebbe però anche aiutare le realtà già esistenti, e le realtà aziendali che faticano per mantenere inalterati i posti di lavoro: le Imprese locali, gli Artigiani e Commercianti, e quelle aziende che grazie alla loro produzione pubblicizzano nel mondo il Brand Spoleto. Non dimentichiamo, però la scomparsa di enormi realtà aziendali quali la Minerva e la Panetto e Petrelli.
Terni-Narni sì, Spoleto No! E’ da troppi anni che la città soffre in maniera pesante. Una sofferenza diventata passiva non solo espressa dai dati matematici. Sarebbe opportuno ricercare un vero rilancio socio-economico; una delle tante soluzioni far rientrare anche Spoleto nel limbo delle Aree di Crisi Industriale Complessa, una soluzione che riguarda i territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale con impatto significativo sulla politica industriale, non risolvibili con risorse e strumenti di sola competenza Regionale. Terni e Narni ne hanno beneficiato con 58,4 milioni di Euro con decreto del Ministro dello sviluppo economico 7 ottobre 2016; essa ricomprende i Comuni di: Acquasparta, Amelia, Arrone, Avigliano Umbro, Calvi Dell’Umbria, Ferentillo, Giove, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montefranco, Narni, Otricoli, Penna in Teverina, Polino, San Gemini, Stroncone, Terni, Avigliano Umbro, Configni , avendo sui propri territori una o più imprese di grande o media dimensione in grave crisi e di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione.