Quando la Shernon Holding, società italiana (srl) che ha punti di vendita oltre che in Italia anche in Turchia, Polonia e Spagna, lo scorso 9 agosto ha acquisito 55 punti vendita a marchio Mercatone Uno in tutta Italia, sembrava che tutto andasse per il meglio nella rivendita di Magione.
Ma, come un fulmine a ciel sereno, recentemente l’azienda ha deliberato di presentare al Tribunale di Milano domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo ed i lavoratori umbri, che avevano tirato un sospiro di sollievo dolo la crisi del Mercatone, sono di nuovo preoccupati per il loro futuro.
La richiesta è stata presentata per “salvaguardare l’operatività e la continuità aziendale, preservando il patrimonio della società, e superare una temporanea situazione di difficoltà finanziaria, ma sono in corso avanzate trattative con nuovi soci e investitori interessati all’ingresso in società”.
Come abbiamo già scritto su questo giornale, la crisi viene da lontano e di non facile soluzione in quanto i grandi magazzini vivono una profonda crisi in tutto il mondo sia per i costi di gestione ma anche per il prepotente affermarsi delle vendite per corrispondenza che stanno mettendo in ginocchio colossi del commercio mondiale.
Un incontro si terrà a Roma il 18 aprile al Ministero dello sviluppo economico con i sindacati e la proprietà per cercare di risolvere l’intricata vicenda.
“E difficile comunque in questo momento – ha affermato il sindaco – capire le reali condizioni del gruppo. Cioè se si tratta di un concordato preventivo in attesa di un aumento di capitale che possa garantire un migliore rilancio, oppure un concordato preventivo che è legato a una difficoltà di liquidità”.