di Francesco Castellini – Fino al 16 giugno in mostra allo Spazio 121 (via Fedeli 121) di Lacugnano-Perugia, le opere pittoriche di Mauro Tippolotti. La personale curata da Guido Buffoni s'intitola “Cercare l'assoluto”.
Creazioni straordinarie. Un’occasione da non perdere per ammirare da vicino le creazioni di questo artista perugino che nei suoi spregiudicati cromatismi naviga e fa navigare incessantemente tra sogno e realtà, tra trascendenza ed immanenza, riflettendo senza veli ciò che rimane quando cade la muraglia impalpabile che vive tra concretezza e mondo ideale.
La critica di Mimmo Coletti. Sul suo operato spiccano le parole del giornalista e critico d’arte Mimmo Coletti che lo ha recensito con queste parole: “Cantano i colori e il loro è un inno di simboli e gioia, di razionalità e musica spirituale. Così recitano le sospese seduzioni pittoriche di Mauro Tippolotti, pittore per nitida scelta di vita ed anche sottile poeta, visto che sa afferrare l'attimo fuggente in un viaggio dai fascini segreti ma dal piglio erudito. Proprio per la ricerca di significati plurimi e applicazioni stratificate. Davvero si presenta da solo, basta leggere nel recinto delle opere per entrare in sintonia con il suo rigore armonico, la scrittura talora sincopata ma a tratti esplosiva, i dinamismi che si accendono di mille saette, la rilettura consapevole dei maestri, di chi per primo è entrato nella costellazione astratta e degli altri che hanno proseguito in una dimensione assoluta verso l'equilibrio dei contrasti non senza assaporare l'action painting in un rapporto quasi onirico con la tela, con la tavolozza dispiegata. Qui ci sono l'esistenza e i sogni dell'artista, l'andare oltre e il ripiegamento in se stesso, il brillare della musica, magari anche quella degli astri, e lo studio assiduo che lo conduce a mai ripetersi, a un errare senza sosta fino alla sorgente primaria. Il labirinto delle tinte diventa il filo d'Arianna: i segreti del blu, la passione più vicina, che è luce, memoria, elevazione, l'orgoglio del rosso, fuoco e sangue, l'eleganza del nero, l'inquietudine del verde, l'infido viola usato da pochi ma lirica cantabile in Sisley, fino al giallo, eco del sole. Mauro parla con il quadro, vi entra, ne fa parte integrante all'atto della creazione, lampeggia in ritmi martellati, torna alla geometria in una rapsodia liturgica. Da ascoltare fino all'ultimo accordo in questa versione tanto ricca di echi. Gli incantesimi cromatici abitano qui, e non altrove”.