On. Marina Sereni – Come molti altri colleghi, dirigenti e iscritti al Pd ho sottoscritto la candidatura di Matteo Renzi alla carica di Segretario nazionale del nostro partito.
Ci avviciniamo al prossimo congresso in un clima più difficile che nel passato, dopo la battuta d’arresto del referendum costituzionale del 4 dicembre e una frattura dolorosa che avremmo voluto evitare.
Ognuno di noi ha riflettuto sulle ragioni delle difficoltà e delle sconfitte, ognuno di noi porta una parte di responsabilità. Ma ora dobbiamo guardare avanti e parlare con quei cittadini e cittadine che si interrogano sulla capacità del Pd di dare risposte credibili alle sfide che l’Italia, l’Europa, il mondo sviluppato hanno di fronte. Abbiamo sbagliato a scommettere sul terreno delle riforme economiche, sociali, del sistema pubblico? O non è invece vero che il Congresso e la candidatura di Renzi sono l’occasione per rivendicare alcuni risultati, per riconoscere le strozzature e gli inciampi che abbiamo incontrato, ma anche per rilanciare con coraggio l’ambizione del cambiamento?
Tommaso Nannicini, che tra ieri e oggi ha incontrato i parlamentari che hanno scelto di sostenere Renzi, ci ha raccontato il prossimo appuntamento del Lingotto (dal 10 al 12 marzo) invitandoci a fare proposte e a dare suggerimenti. Mi è sembrato un confronto utilissimo che ha dato il senso di una tre giorni pensata per costruire insieme la piattaforma congressuale di Matteo Renzi, con il contributo di tante e di tanti. L’esperienza di questi anni ha troppo spesso rimandato l’immagine di una forte leadership, fatto in sé positivo, poco disposta tuttavia all’ascolto e al coinvolgimento delle molte energie che, nel Pd e fuori, si sono riconosciute nella proposta politica e di governo di Renzi.
Ritengo per questo che sarebbe molto positivo se, nel rimetterci in cammino, riuscissimo a partire con il piede giusto e a dare il senso di un’impresa collettiva. Intervenendo questa mattina ho sottolineato due punti che a me stanno particolarmente a cuore. Il primo riguarda l’orizzonte entro cui si deve muovere la nostra piattaforma: giusto misurarci nei workshop con le “policy” specifiche (scuola, università, fisco, crescita, lavoro, Europa…), ma abbiamo la necessità di ragionare su una visione di insieme nuova per dare risposta al problema delle diseguaglianze e dei fenomeni di insicurezza e impoverimento legati al progresso tecnologico che, impetuoso, si abbatte sulle economie sviluppate. Non possiamo certo combatterlo o cercare di fermarlo! Ma dobbiamo comprenderne le implicazioni e governarne le conseguenze.
Per me questo significa pensare un modello di welfare completamente nuovo.Il secondo tema che ho toccato riguarda la forma partito, per il quale al Lingotto sarà previsto uno specifico workshop. Evviva! Finalmente! So già che mi iscriverò a quel gruppo di lavoro. Sono convinta infatti che in questi anni non abbiamo fatto tutto quello che potevamo e dovevamo per rinnovare il partito, per inventare forme originali ed efficaci di presenza sul territorio, per formare e selezionare una nuova classe dirigente, per regolare il pluralismo in modo da renderlo una ricchezza e non un freno all’iniziativa politica. Bene, mi sembra ci siano le condizioni per fare un congresso vero e per dare un contributo. Più persone si sentiranno protagoniste del confronto congressuale più relegheremo ai margini le polemiche distruttive e i fenomeni degenerativi di cui purtroppo leggiamo in queste ore.
Buona politica scaccia cattiva politica, in tanti e tante questo è possibile.