E’ stata presentata, alla presenza dell’assessore Maria Teresa Severini, la mostra “BACOSI, astratto, informale, paesaggista” curata da Massimo Duranti e Andrea Baffoni, e che sarà visitabile dal 28 ottobre al 3 dicembre nella sede del Museo Civico di Palazzo della Penna.
La mostra, articolata in tre sedi e in periodi successivi (30 settembre – 15 ottobre, San Gemini, Palazzo Vecchio; 30 settembre – 5 novembre, Fondazione Carit Terni, Palazzo Montani Leoni; 28 ottobre – 3 dicembre, Perugia, Museo Civico Palazzo della Penna), nasce dall’esigenza di ricordare la figura umana ed artistica di Manlio Bacosi, personaggio che è stato certamente significativo non solo per Perugia e l’Umbria, ma per la sua proiezione a livello nazionale ed internazionale, avendo realizzato una produzione molto elevata che è stata diffusa in tutta Europa e in Medio Oriente.
La sua caratteristica è stata quella di essere molto popolare con le sue opere, i paesaggi in particolare, ma anche le ceramiche e le sculture, senza dimenticare la raffinata grafica, in tutti gli ambienti: da quelli più sofisticati a quelli più popolari. Questa trasversalità si è riflessa anche nella sua produzione, appunto, che annovera opere molto impegnative, accanto a una serie infinità di piccoli paesaggi che l’artista volle fossero alla portata economica di tutti.
La mostra
“Questa mostra – come ha ricordato uno dei curatori Andrea Baffoni – esplora per la prima volta in maniera completa la breve stagione post cubista, del tutto sconosciuta, con opere ritrovate del Comune di Perugia e della Regione Umbria, quindi le più corpose esperienze informali, quando volle seguire autonomamente il Gruppo di Spoleto – che con l’informale si stava evidenziando a livello nazionale – con numerose opere inedite. Altresì, quasi sconosciuta la breve, ma intensa stagione dell’astratto, dove sperimenta senza particolari riferimenti quel linguaggio, con opere, anch’esse inedite o poco note.
Poi il paesaggismo con evidenti venature di surrealismo, in cui evoca la dolcezza della luce della sua terra: la verde Umbria. Caratteristica delle sue opere è una certa vibrazione di segni e i colori che fluttuano con mobilità fantasiosa planando sulla superficie del quadro creando un cliché inconfondibile.
Ancora, le nature morte (come “Natura morta e finestra”, 1980; “Natura morta i violini”, 1980; “Natura morta con pesce”, 1981; “Natura morta con tromba”, 1993) sono tra i temi preferiti di Bacosi, come pure i paesaggi, afferrati al volo e risolti in volumi leggeri, aerei, in una sorta di euritmia musicale, dove il colore è giocato in un sapiente registro di tinte.
Eclettico e curioso, Bacosi praticò con successo la ceramica, la scultura in ferro e fusione in bronzo, gli allestimenti più eclettici come la pittura nei vecchi infissi, senza dimenticare la grafica.
Tematiche”.
Le tre esposizioni presentano circa 130 opere fra pittura, scultura, ceramica e grafica, e si pongono come primo obiettivo quello di inquadrare definitivamente l’artista – forse il più popolare fra quelli attivi a Perugia dagli anni Cinquanta in poi, tanto che sue opere sono non solo nelle collezioni più importanti pubbliche e private, ma anche nelle case di gente semplice -, nel panorama storico-artistico contemporaneo al fine di riconoscerne le indiscusse qualità, dopo anni di sostanziale oblio. Il progetto espositivo è suddiviso in sezioni tematiche che mettono in evidenza i vari periodi storici e di esplorazione di tecniche linguaggi dell’artista: gli esordi fra post-cubismo e informale, le sintesi architettoniche anni sessanta-settanta, il paesaggismo anni Ottanta, la ceramica, la scultura ed infine la grafica.
Nota Biografica
Nato a Perugia nel 1921, Manlio Bacosi si forma presso lo studio dello scultore Leo Ravazzi. Frequenterà anche lo studio di Gerardo Dottori (che lo fece invitare alla prima rassegna sul Futurismo dopo la guerra, a Palazzo del Podestà di Bologna nel 1951, nella sezione dei giovani individuati come prosecutori dell’avanguardia artistica). In quel periodo Bacosi esplorava l’astratto e poi l’informale, ma nel prosieguo del suo lavoro l’autodidatta Bacosi sarà il continuatore del paesaggismo umbro del quale il futurista perugino era stato il massimo esponente nella stagione aeropittorica e in quella del “nuovo paesaggio moderno”. Comincia a esporre nel 1947 e da allora allestirà numerosissime personali in Italia e all’estero. E’ invitato alla VI e VII Quadriennale di Roma nel 1956 e 1959, al Premio Fiorino e altre manifestazioni nazionali di prestigio come la Triennale dell’Adriatico, la Biennale Internazionale “Premio del Fiorino” di Firenze, il Premio Bergamo, il Premio Termoli, il Premio Spoleto e il Premio Michetti. Sulla sua opera sono state redatte numerose pubblicazioni monografiche di noti critici e soprattutto di famosi scrittori italiani. Nel 1972 la città di Todi ha allestito in suo onore una mostra antologica nella Sala delle Pietre del Palazzo Comunale, mentre la rivista “Le Arti” ha dedicato alla sua opera un numero monografico speciale. Nel 1979 l’Azienda di turismo di Firenze ha organizzato una grande mostra a Palazzo Strozzi. Dal 1982 sono seguite numerose mostre personali e rassegne. Le sue opere sono esposte in numerosi musei nazionali ed internazionali.
Muore a Perugia nel 1998.
Manlio Bacosi è considerato uno dei più importanti paesaggisti italiani. Le sue opere nel campo della pittura, della grafica, della scultura e della decorazione su ceramica, testimoniano una grande vitalità creativa e un’assoluta originalità espressiva.
ORARI
28 ottobre – 3 dicembre, Perugia, Museo Civico Palazzo della Penna – da martedì a domenica 8-23, chiuso lunedì.