Di Alberto Laganà – Accuse gravissime vengono da magistrati ed ex magistrati contro il Csm, ma anche contro gli stessi colleghi. Mentre Bruti Liberati ad Agorà su Rai 3 si stracciava le vesti per questi nuovi scandali che richiamano alla mente la P2 e sul fatto che gli implicati devono dimettersi, arriva una risposta al vetriolo da parte di Alfredo Robledo che non gliele manda a dire.
Ma quest’ultimo fa anche affermazioni gravissime contro il Csm e l’ex presidente Napolitano che andrebbero approfondite da qualche procura, sempre che ce ne sia una immune da pressioni esterne e voglia conoscere la verità di quanto dichiarato dall’interessato.
Ecco la risposta di Robledo, ex pubblico ministero di Milano, sperando che il presidente Mattarella si ricordi di essere il presidente anche del Csm: “Bruti Liberati, magistrato più noto per l’attività correntizia che per quella giudiziaria, rispetto alla vicenda Palamara dovrebbe avere il buon gusto di tacere. Ricordo solo come nel caso della mia nomina a procuratore aggiunto della Procura di Milano mi disse espressamente che avrei dovuto seguire le sue indicazioni perchè la mia nomina era stata resa possibile dal voto di differenza di un consigliere di Magistratura Democratica, aggiungendo che lui avrebbe potuto far uscire dall’aula al momento del voto quel consigliere della sua corrente dicendogli di andare a fare la pipì ed io non sarei stato nominato. E’ tutto agli atti della mia denuncia al Csm. Bruti non ha mai smentito queste mie affermazioni. Il Consiglio Superiore della Magistratura sul punto non fece una piega. Peraltro di quel Consiglio faceva parte Palamara, estensore della sentenza, ritenuta molto ‘controversa’, che mi allontanò da Milano. Sono anche da ricordare l’intervento a gamba tesa del presidente Napolitano, che condizionò il Consiglio sulle decisioni prese circa le mie documentate critiche a Bruti”.
Sarà un’estate caldissima per Csm e magistratura, l’unica cosa certa al momento è che la credibilità del Consiglio Superiore della Magistratura in particolare e della giustizia in generale sta subendo un colpo durissimo, mentre un plauso va ai magistrati perugini che cercano di districarsi in mezzo ad un covo di vipere e chissà fino a che punto potranno fare serenamente il loro mestiere.