Di Ciuenlai – La perdita di 30 posizioni del capoluogo umbro nella classifica della qualità della vita ha scatenato le critiche di Pd e Cgil nei confronti dell'attuale Amministrazione comunale perugina.
E' una critica a dir poco azzardata, perchè il giudizio negativo è in gran parte per loro. Sono state le politiche delle ultime Giunte Pd a provocare il lento ma inesorabile declino della città e a ridurla nello stato in cui si trova. Quanto alla Cgil, una sola domanda : Dov'era quando tutto questo accadeva? Ci si sveglia all'alba solo perchè il sindaco si chiama Romizi e non Boccali? Prima di parlare ci vorrebbe una solenne autocritica sul passato, ammettendo la caterva di errori commessi negli ultimi 15 anni. Fatto questo, si può parlare anche del presente e del futuro. Ma sino ad allora sarebbe bene restare muti.
Questo però non vuol dire che l'attuale governo della città stia facendo bene. Tutt'altro! Il centrodestra sta infatti ripercorrendo gli errori del centrosinistra. Si vive alla giornata, si bada soprattutto all'immagine e non si affrontano i nodi strutturali del degrado di Perugia. Il dibattito sulla sfilata in costume o sulla pista di ghiaccio dimostra come questa classe dirigente sia appiccata alle piccole cose. Insomma si comincia dagli accessori.
Perchè sulle questioni che contano Perugia continua ad essere tagliata fuori. Un esempio? Si sta discutendo in questo periodo di infrastrutture ferroviarie. Di una stazione al confine con la Toscana per intercettare l'alta velocità e, soprattutto, del raddoppio dell'Orte Falconara con due possibili percorsi; l'originario e la variante per Sant'Egidio. Su queste due ipotesi devo ancora sentire la voce del Sindaco. Che posizione ha il capoluogo, cosa sostiene e dove e con chi pensa di portare a casa un risultato che faccia uscire la città dal suo storico isolamento? Boh! I sindaci del Trasimeno e della Valle Umbra Sud, nonché Assisi , hanno fatto sentire la loro, Perugia no! Ah già, la Giunta non ha avuto tempo, era impegnata a scegliere il colore dei vestiti per la sfilata di Fortebraccio!
Manca, come nel passato, un'idea di città e soprattutto un progetto organico che blocchi il declino e sfrutti le enormi potenzialità di questa zona. Ci vuole tanto a mettere intorno ad un tavolo istituzioni, Università, associazioni, sindacati e la parte viva della città per produrre uno straccio di proposta credibile e spendibile? Ci vuole tanto a chiamare le fondazioni bancarie e dirgli di non buttare più i loro soldi in “marchette” e di adoperarli per finanziare cose di questo genere? Ci vuole tanto a “rendere per il bavero” Palazzo Donini e porre la questione “Perugia” come prioritaria nel quadro Regionale? Si ci vuole tanto, perchè bisogna avere una visione strategica , quella che manca alla nostra classe dirigente.
Non basta qualche bancarella in più, o qualche trovatina al centro per cambiare rotta. Fra parentesi anche questa non è la strada giusta. Per far rivivere l'acropoli bisogna, anche qui, pensare in grande. Ci vogliono idee che incastrino turismo, artigianato, commercio, spettacolo e intrattenimento. Bisogna fare in modo che ci sia una ragione duratura per convincere un perugino a salire in centro. E non occorrono fiumi di danaro. Ci sono tante cose che si possono fare spendendo niente.
Se non ci sarà una inversione di tendenza, se non ci sarà questo scatto di qualità i 30 posti diventeranno 40 o 50. Perugia diventerà sempre più invivibile. Perchè anche le politiche della sicurezza cominciano da qui. Perchè più il degrado avanza e più malavita e organizzazioni mafiose trovano spazio per le loro attività, che diventano la vera linfa economica del territorio. In alcuni ambienti economici del capoluogo circola un malizioso aneddoto : “se a Perugia sparissero i soldi delle mafie, non ci sarebbe una lira per far cantare un cieco”. E' sicuramente esagerato, ma rende l'idea.