Nel Movimento Cinque Stelle è guerra aperta fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Tutto gira intorno al divieto del doppio mandato. Conte si tira fuori. Ma i big vogliono cancellarlo.
“Saranno gli iscritti a decidere sul tetto dei due mandati per gli eletti». Dopo settimane in cui ha manifestato la sua contrarietà a modificare uno dei pilastri del Movimento, Beppe Grillo apre a questa possibilità. Lo fa durante le assemblee con gli eletti di Camera e Senato nelle quali il cofondatore ha alternato affondi e carezze nei confronti di Giuseppi.
Grillo arriva alla Camera intorno alle 17, ha con sè la bozza del nuovo statuto firmata da Conte e prende la parola: “Sono il garante non sono un cogl…”, esordisce. “Ma perché mi devo sentir dire ‘non ti devi occupare di comunicazione’? Ma come? Io ho fatto questo per tutta la vita. E allora dico che è ora di cambiare la comunicazione di M5S. Andare allo stadio, farsi la fotina, ma che c… vuol dire?”, attacca.
Due ore fitte in cui Grillo puntualizza più volte il suo ruolo di custode e garante dei valori del Movimento e, a questo punto, anche del futuro, di ciò che sarà e nel quale rivendica di poter ancora dire, a chiari lettere, la sua. “E’ Conte che ha bisogno del M5S non il contrario”, sono le parole del cofondatore del Movimento.
“Caro Conte ti puoi prendere il Movimento, ma sappi che ci sono sempre io e che intendo continuare a contare”, sono le parole del comico genovese. Se non una rottura, di certo uno schiaffone all’ex presidente del Consiglio impegnato nella costruzione del Movimento 2.0.
Lo show di Grillo riscuote apprezzamenti in alcuni passaggi di merito, ma suscita anche grande irritazione sul metodo scelto fra coloro che pensano che sarebbe bastata un’altra telefonata a Conte e non uno comizio coram populo.
Un messaggio di guerra, secondo alcuni filo-contiani della galassia pentastellata, che se venisse ‘incassato’ dall’avvocato rischierebbe di ridimensionarlo e umiliarlo. E questo nonostante le parole anche di apprezzamento spese da Grillo verso l’ex premier definito dal garante “una bravissima persona che, però, non appartiene al Movimento, almeno fino a questo momento”.
Il guaio per loro è che Grillo è tornato in campo proprio dopo la cauta apertura ad una deroga da parte di Giuseppi. Lo ha fatto anche per strizzare l’occhio ad Alessandro Di Battista, un altro che considera intangibile il principio del doppio mandato. Al punto da subordinare il proprio rientro nei ranghi al suo inderogabile rispetto. Di lui Grillo ha bisogno per rilanciare la propria battaglia antisistema oggi appannata dal doroteismo di Conte (e di Di Maio). Perciò ha tuonato contro la deriva personalistica impressa a suo dire dall’ex-premier.
E il fatto che non ci possono essere due protagonisti all’interno del Movimento 5Stelle ormai è chiaro.
Stando a quanto riferito da alcune fonti grilline, già ieri, dopo il discorso del padre putativo dei 5Stelle, un risentito Giuseppi avrebbe manifestato il desiderio di abbandonare la nave.
E dire che già in molti vedevano l’ex premier come futuro leader dei pentastellati. Chi potrebbero mai proporre al suo posto, adesso? In tanti si sarebbero spesi per far ragionare il Giuseppi oltraggiato, persino Luigi di Maio, che ieri ha incassato l’approvazione di Grillo (“Uno dei ministri degli Esteri più bravi della storia”).
Per ora di certo si sa solo che Conte non parteciperà al webinar previsto nel pomeriggio proprio con Di Maio. Annullata anche l’intervista a Sky. Al momento l’ex presidente del Consiglio si è chiuso in un inquietante silenzio.
Secondo AdnKronos, tuttavia, potrebbe essere imminente una sua conferenza stampa. Chi ha parlato con lui afferma che Giuseppe Conte non ha intenzione di giudare il Movimento in coppia con Grillo. L’addio pare inevitabile. Nessun incontro con il padre putativo dei pentastellati, che ha lasciato Roma senza vedere Conte.