Dunque quello che si temeva è accaduto. L’Iran ha inviato una dozzina di ordigni balistici da Teheran contro le basi americane di al-Asad e Erbil, dove è presente anche il contingente italiano. I nostri militari sono tutti illesi, in salvo nel bunker.
Fonti iraniane parlano di almeno 80 morti. Ma la notizia non trova conferma né dagli Usa né da fonti indipendenti.
Secondo funzionari statunitensi citati dalla Cnn non ci sarebbero invece vittime statunitensi.
Teheran ha fatto così scattare la rappresaglia militare contro gli Stati Uniti, ma ha anche segnalato che la risposta, se non ci saranno ulteriori interventi di Washington, potrebbe essere stata «completata». Questa cauta posizione del governo di Teheran è stata smentita dalle parole del leader spirtuale supremo, Ali Khamenei, che parlando alla nazione dopo l’attacco ha detto che «l’Iran ha dato uno schiaffo agli Stati Uniti ma non è ancora abbastanza».
Il presidente americano Donald Trump, alla notizia dell’attacco iraniano, ha riunito nel corso della notte i principali consiglieri di sicurezza nazionale, limitandosi poi a twittare «Tutto bene, finora tutto bene», facendo ipotizzare un bilancio non tragico dell’operazione lanciata dall’Iran.
Ha indicato che valutazioni sono in corso e che farà una dichiarazione nella mattinata americana di mercoledì. Nei giorni scorsi Trump aveva affermato di avere pronta una lista di 52 obiettivi iraniani da colpire in risposta a eventuali attacchi di Teheran e aveva inviato nuovi bombardieri, squadre navali e diecimila soldati nella regione.