di Francesco Castellini – Giusto due anni fa (19 settembre 2019) fu approvata una risoluzione dall’Unione Europea che metteva sullo stesso piano le due peggiori ideologie totalitarie del ’900: nazismo e comunismo. Il documento, proposto per gli 80 anni dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, fu approvato con una vasta maggioranza: 535 voti favorevoli, 66 contrari e 52 astenuti.
Per quanto riguarda i partiti italiani, a votare a favore sono stati sia quelli di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), sia il Pd, mentre a opporsi furono gli esponenti della sinistra radicale (LeU, Potere al Popolo e il Partito Comunista di Marco Rizzo), con i 5 Stelle che pensarono bene di astenersi. In seguito ai risultati del voto, sono scoppiate le proteste, oltre che dei partiti contrari e di alcuni esponenti del Pd, anche dell’Anpi e di molti media di sinistra, che hanno parlato di “riscrittura della storia”, facendo notare che l’Urss combatté la Germania Nazista.
Ma a tutti va ricordato che se è vero che al termine dell’occupazione molti ebrei si illusero che sotto il dominio sovietico avrebbero trovato quella serenità che gli era stata negata dal nazismo, è altrettanto certo che l’atteggiamento antisemita era presente in molti stati russi da molto prima che arrivassero i tedeschi; tra il novembre e il dicembre del 1941, furono circa 24.000 gli ebrei lettoni del Ghetto di Riga sterminati in quello che divenne noto come il Massacro di Rumbula, senza contare anche quelli deportati dalla Germania.
Ma anche mettendo da parte il fattore dell’antisemitismo, è innegabile che i regimi comunisti in giro per il mondo si sono macchiati di crimini inenarrabili.
I crimini del comunismo
Lo ricorda lo storico Stéphane Courtois ne “Il libro nero del comunismo” (Le Livre noir du communisme: Crimes, terreur, répression) nel quale ha contato la seguente enumerazione delle vittime, per un totale di poco inferiore ai 100 milioni di morti. Unione Sovietica, 20 milioni; Cina, 65 milioni; Vietnam, un milione; Corea del Nord, 2 milioni; Cambogia, 2 milioni; Europa dell’Est, un milione; America Latina, 150.000; Africa, un milione e 700.000; Afghanistan, un milione e 500.000; Movimento comunista internazionale e partiti comunisti non al potere, circa 10.000. A cui vanno aggiunte le grandi purghe degli anni ’30 in Unione Sovietica che provocarono la morte di 3 milioni di dissidenti politici, mentre in Cina le politiche agricole di Mao Tsetung, tra gli anni ’50 e ’60, fecero morire di fame decine di milioni di persone. Solženicyn stesso ha passato anni nei gulag e da allora ha passato la sua vita a informare la gente su queste brutalità. Non esistono dati precisi sui morti nei gulag, ma le stime sono dell’ordine dei milioni di morti. In sostanza, è un bene che l’Ue abbia deciso di condannare allo stesso modo comunismo e nazismo; anche perché nel nostro Paese, e non solo, per troppo tempo politici e intellettuali hanno cercato di sminuire i crimini di questa ideologia con la scusa che essa si fondasse su un sogno di uguaglianza e giustizia sociale.
Ma a tutti loro vanno riportate le parole di uno dei maggiori teorici del comunismo in Italia, Antonio Gramsci, che diceva: “La storia insegna, ma ci sono scolari che non vogliono apprendere”.
Umbria Settegiorni n. 4 | ottobre 2020