In occasione della ricorrenza del Compatrono di Perugia San Lorenzo, il Cardinale Arcivescovo Gualtiero Bassetti ha impostato la sua riflessione sulla misericordia e sulle sofferenze e umiliazione del popolo e sull’azione della Chiesa perugino – pievese per essere presente “in mezzo a tante realtà di sofferenza e umiliazione per portare una parola di speranza e un segno concreto di aiuto.
Con le collette annuali del Fondo di Solidarietà si sono potute aiutare tante famiglie nel bisogno, con l’apertura dei quattro Empori della Solidarietà si sono create le condizioni perché a nessuno manchi mai il cibo per la propria famiglia, con l’accoglienza dei profughi si è voluto dar seguito alle parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete accolto”. A tal proposito desidero ringraziare la Caritas e tutti coloro che esercitano un volontariato attivo nei confronti del prossimo”. Accanto al nutrimento materiale però – ha continuato il Cardinale Bassetti – “non dobbiamo mai far mancare il quello dello spirito, fatto di vicinanza solidale, di comprensione, affetto e amore disinteressato. La crisi economica, se ha gettato molte realtà familiari (e soprattutto molti giovani) nel panico di una vita insicura, senza prospettive per l’avvenire, ha anche accresciuto in molti quell’apatia per la vita e per le relazioni umane, spesso sfociata in casi di efferata violenza, di soprusi familiari e di devastazione dell’esistenza, bruciata alla ricerca dell’evasione possibile, procurata dalla droga o da altri vizi distruttori, come l’alcool e il gioco d’azzardo patologico, che stanno devastando migliaia di persone e altrettante famiglie. Negli ultimi mesi, nella nostra città, abbiamo assistito, con sentimenti di impotenza, di rammarico e di dolore, alla morte per overdose di 16 persone: quasi due morti al mese, e quasi tutti giovani”.
Il cardinale si è chiesto: “Cosa si nasconde dietro queste tragiche morti, spesso in giovane età? Problemi economici, familiari, relazionali? Senza dubbio – ha detto – dietro queste morti c’è soprattutto il non senso della vita, quella noia esistenziale che tutto riduce a grigiore indistinto, ove non si trova più la forza per reagire con sussulti di fiducia e di speranza, c’è la perdita inesorabile di quel sano e salutare umanesimo cristiano, che per secoli è stato a fondamento dei valori e della dignità umana”. Il cardinale ha proseguito: “ La comunità cristiana e anche quella civile non possono non interrogarsi su questi fenomeni devastanti che, forse, non sono che la punta di un iceberg ben più vasto, fatto di tanti malesseri sovrapposti, che la società odierna, con tutta la sua seducente tecnologia, non riesce a debellare, anzi, quasi ne genera essa stessa sempre di nuovi”. Continuando nella sua riflessione Bassetti ha detto: “La carità oggi deve dunque assumere forme nuove: all’aiuto per il cibo e la casa è essenziale poter trovare le modalità necessarie per farsi incontro ai fratelli che non trovano un senso alla vita, che non trovano più il coraggio di andare avanti e si fermano sul bordo della strada. Cosa possiamo offrire a questi fratelli? Il nostro dono si chiama Gesù e la gioia del Vangelo può riempire “il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Lui. Conoscere il Signore può cambiare l’esistenza di tante persone; sanare molte sofferenze; portare speranza anche nei cuori refrattari ad ogni sollecitazione umana. Quello che possiamo donare non è tanto l’oro e l’argento (come disse l’apostolo Pietro al paralitico dinanzi alla Porta Bella del Tempio di Gerusalemme), quanto la fede in Gesù, e nel suo grande amore per tutti gli uomini, che deve essere anche il nostro amore”