Di Ciuenlai – La vicenda della nomina dei Direttori Generali delle due Aziende Ospedaliere e delle due Usl dell'Umbria continua a tenere banco.
Per il momento l'unica cosa che pare assodata, salvo terremoti, è la divisione della torta. Due spetterebbe indicarli alla Governatrice Catiuscia Marini, uno all'Assessorato alla Sanità (quindi sottosegretario Giampiero Bocci via Luca Barberini) e uno al “territorio”. Il problema è che quando si passa ai nomi si alza un nebbione più denso di quello di questi giorni.
Resistono le indiscrezioni sulla promozione di Maurizio Valorosi (attuale Direttore Amministrativo) all'Asl di Perugia e sulla conferma di Andrea Casciari , attuale manager dell'Asl ternana, che potrebbe anche accettare di essere spostato all'Usl n.2, per la serie fantozziana “Ma quanto è buono lei”. Si parla poi insistentemente di una figura esterna all'Umbria, sempre in quota Marini, il cui identikit è un mistero per tutti, forse anche per lei. Infine è ancora in alto mare il candidato del territorio e la ragione è semplice; tra l'Alta Umbria, Foligno e Spoleto sono in parecchi a sperare di “fare il colpo”.
Ma il nodo principale da sciogliere resta il futuro di Walter Orlandi. La Governatrice gradirebbe lo spostamento dell'attuale Direttore dell'Asl del capoluogo alla Usl n.1, l 'assessorato lo vorrebbe invece rottamare, pardon pensionare. Non si tratta solo della difesa di una figura storica della sanità regionale, ma anche di un problema di numeri. Se Orlandi resiste chi salta tra Valorosi, Casciari, l'esterno e il territorio? I posti sono 4 le richieste, come minimo, 5. La risposta non si farà attendere molto. Entro il 29 di febbraio si chiude. Ed entro Febbraio dovrebbe chiudersi l'altra partita che riguarda la Regione dell'Umbria : quella del Capogruppo del Pd.
L'entrata in Consiglio di Carla Casciari ha cambiato la situazione, anzi l'ha rovesciata. Prima le truppe di Bocci disponevano, sulla carta, di 6 voti su 11 (Barberini, Donatella Porzi, Smacchi, Brega con la possibile aggiunta di Guasticchi e Leonelli). La lite con il segretario regionale e l'ingresso in Consiglio della ex Idv ha cambiato i rapporti di forza a favore della Presidente. Se si votasse, oggi sarebbe un probabile 7 a 5 per la Marini. La mela spaccata quasi a metà consiglierebbe di soprassedere per non determinare una rottura drammatica. Ma gli uomini del sottosegretario non gradiscono, nemmeno in modalità provvisoria, la conferma del segretario regionale del partito Giacomo Leonelli. Si va per una figura condivisa. Potrebbe essere Gianfranco Chiacchieroni. E' il candidato preferito di Giovani Turchi e Sinistra, ma potrebbe andare bene anche ai “bocciani”. Solo che c'è un piccolo ostacolo.
Chiacchieroni non vuole accettare. Non gli piacerebbe la sedia di capogruppo come “contentino” per non essere stato nominato assessore. Anche se il rifiuto sembra più un tentativo per vedere cosa succede, che una strategia di lungo corso. Anche per lui l'ingresso della Casciari è stata una mazzata che ha scombussolato i suoi piani. Vi ricordate il patto (o il piatto fate voi) della pappardella siglato in un ristorante tra lui, e i Consiglieri Solinas della sinistra Pd, Biancarelli dei piddini dissidenti di Gubbio e di Gualdo Tadino e Il socialista Rometti? Il patto era un deterrente formidabile, avendo i numeri per condizionare la Giunta. Con l'uscita di Biancarelli è diventato una pistola caricata a salve, perchè i tre rimasti non sarebbero in grado di mandare sotto il Governo Regionale. Anche perchè Solinas, pur rimanendo una figura autonoma che sta giocando la sua partita per diventare candidato sindaco del Pd a Perugia, non sembra essere più così ostile alla Giunta. E poi ce lo vedete Rometti a tirare giù la Marini? Suvvia siamo seri! Per questo Chiacchieroni, il punto di caduta delle parti, se non vorrà rimanere fuori da tutto, alla fine potrebbe accettare. Se resisterà (e il personaggio si presta ai colpi dis cena) si aprirà il gioco dei veti incrociati su Brega e sul suo avversario e allora potrebbe esserci qualche guaio di gestione per la segreteria regionale del partito.