Almeno questo. L’assassino Riccardo Menenti, il killer spietato che ha ucciso a sangue freddo Alessandro Polizzi, tornato in libertà il 10 gennaio scorso per decorrenza dei termini della custodia cautelare, nonostante la condanna all’ergastolo in primo grado, dovrà rispettare l’obbligo di dimora nel comune di Todi. Non potrà allontanarsi né andare all’estero. Per lui è scattato anche il divieto di avvicinamento alle persone offese.
Il provvedimento gli è stato notificato ieri pomeriggio. La misura è stata adottata dalla Corte d’Appello di Firenze dopo che gli avvocati di parte civile avevano depositato un’istanza in tal senso alla Procura generale, non appena emersa la notizia della scarcerazione del reo confesso che, il 26 marzo del 2013 ha ucciso Alessandro Polizzi e ha tentato di fare lo stesso con Julia Tosti, la ex fidanzata del figlio Valerio. Il 19 marzo è stata fissata l’udienza in Cassazione.
La famiglia Polizzi ha manifestato venerdì 17 gennaio davanti alla Cassazione a Roma con cartelloni che mostrano il corpo martoriato del povero Alessandro.
Dopo la notizia che Riccardo Menenti, l’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio di Alessandro Polizzi, è stato scarcerato dopo soli sette anni di galera, libero da qualche giorno per decorrenza dei termini dopo la condanna in appello, i genitori e il fratello della vittima hanno voluto andare in piazza per esprimere tutto il loro disappunto e contrarietà a questa decisione. «È vergognoso. Voglio sapere perché l’assassino di mio figlio è fuori dopo essere stato condannato all’ergastolo», il grido disperato di Daniela Ricci, mamma di Alessandro, ucciso nel 2013 all’età di 24 anni.
«È fuori, è uscito e potrebbe tranquillamente uccidere di nuovo, potrebbe rifarlo», ha detto all’Adnkronos Francesco Polizzi, fratello di Alessandro (che ha pubblicato le drammatiche immagini anche sul suo profilo Facebook), che si trovava fuori dalla Cassazione a protestare insieme agli altri familiari.
«È stato terribile. Lo ha colpito quando era già morto, crudele, brutale, e ora è libero – aggiunge con le lacrime agli occhi – finora non abbiamo mai manifestato, il nostro dolore lo abbiamo tenuto per noi, ma ora l’indignazione è troppo grande».
Per il fatto che la manifestazione non era stata autorizzata gli agenti hanno accompagnato la madre di Alessandro in commissariato e i cartelloni sono stati fatti ripiegare.