Nel 2026 in Umbria mancheranno 3000 medici, un numero rilevante, ma anche infermieri e fisioterapisti. E’ l’allarme lanciato dall’associazione medici stranieri in Italia (Arasi) sulla base delle richieste pervenute all’ente, il numero delle strutture e le condizioni socio economiche delle regioni. Una previsione già segnalata dalla Cisl e ora dal presidente dell’Amsi Foad Aodi per la penalizzazione dei professionisti stranieri senza cittadinanza italiana ma anche i medici italiani sottopagati o pagati in ritardo: “Anche le paghe sono molto basse, ciò è motivo di malcontento: a volte il compenso è di solo 7 euro l’ora nelle strutture private, spiega il dottor Aodi. L’altra faccia della medaglia è la fuga dei cervelli (in particolare pediatri, ginecologi, pneumologi, esperti in malattie infettive e oculisti). Sono stati almeno 500 i neo laureati, ma anche i pensionati e medici in attività, che hanno chiesto di poter lavorare all’estero negli ultimi 5 anni. Un numero in costante crescita soprattutto nel 2019. Aggiungo che l’Umbria è una delle prime regioni da cui partono medici per missioni di solidarietà: proprio stamane (ieri, ndr) una pediatra perugina mi ha chiesto informazioni per un periodo di attività al fianco dei bambini palestinesi e siriani. L’Umbria ha grandi professionisti e un grande cuore, non dobbiamo dimenticarlo”.
L’azienda ospedaliera perugina intervienesul fenomeno. “Non è certamente una novità – osserva il commissario straordinario Antonio Onnis -. Si tratta di notizia al centro dell’attenzione da diversi mesi anche ai massimi livelli istituzionali, con allarmi diffusi anche perché esposta a peggioramenti nel prossimo futuro se non si dovessero individuare soluzioni”.