La Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per il pm Luca Palamara. L’ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati è accusato di corruzione in atti giudiziari e violazione di segreto. Stesso provvedimento per l’imprenditore Fabrizio Centofanti, l’amica del magistrato Adele Attisani e Giancarlo Manfredonia, titolare di un’agenzia di viaggi. La richiesta di rinvio a giudizio è stata formalizzata dal procuratore Raffaele Cantone e dai sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano.
A Perugia Palamara è finito sotto inchiesta per i suoi rapporti con Centofanti, cui – secondo l’accusa – avrebbe messo a disposizione le sue funzioni di magistrato in cambio di viaggi e regali. L’imprenditore avrebbe anche pagato lavori nell’abitazione di Attisani, che deve rispondere di essere stata istigatrice delle presunte condotte illecite e beneficiaria in parte delle utilità.
L’inchiesta parte dai rapporti di Palamara con Centofanti, cui – secondo l’accusa – avrebbe messo a disposizione le sue funzioni di magistrato in cambio di viaggi e regali. L’imprenditore avrebbe anche pagato lavori nell’abitazione di Attisani, che deve rispondere di essere stata istigatrice delle presunte condotte illecite e beneficiaria in parte delle utilità. Dalle carte però sono emerse decine di intercettazioni che hanno travolto il mondo della giustizia italiana, puntando direttamente a Palazzo dei Marescialli. Al centro dello scandalo una riunione notturna del 9 maggio 2019 all’Hotel Champagne – registrata dal trjoan inoculato nel cellulare di Palamara – in cui si parlò delle nomine ai vertici degli uffici giudiziari, tra cui l’ambitissima poltrona di procuratore capo della Capitale. Fra i presenti c’erano l’ex presidente dell’Anm, il deputato di Italia viva Cosimo Ferri, il renziano Luca Lotti e gli ormai ex consiglieri del Csm Morlini, Lepre, Spina, Cartoni e Criscuoli. Una vicenda che, unita alle altre chat pubblicate sui giornali, è costata a Palamara l’espulsione dall’Anm per “gravi e reiterate violazioni del codice etico” e un procedimento disciplinare in corso al Csm.
L’inchiesta è quella che ha scosso il Csm, portando alle dimissioni di numerosi consiglieri, per le intercettazioni di colloqui in cui con esponenti politici discutevano delle nomine al vertice delle procure, a cominciare da quella di Roma. Intercettazioni telefoniche e telematiche (con il trojan) in merito alle quali il gip di Perugia, in un’apposita udienza, si è riservato di decidere quale far trascrivere. Decisione che sarà comunicata il 21 settembre quando si tornerà in aula per la nomina del perito per le trascrizioni.