Nell’interrogatorio del 15 maggio scorso, l’allora presidente della Regione Catiuscia Marini, assistita dall’avvocato Nicola Pepe, alle domande del procuratore capo, Luigi De Ficchy, aveva negato categoricamente di essersi mai interessata alle sorti di qualcuno, e quindi di non aver avanzato alcuna raccomandazione.
Il riferimento era soprattutto al caso della candidata Anna Cataldi, emerso con l’ormai famosa intercettazione a Palazzo Donini, quando Marini disse “mettetela dentro”.
Lei ha sempre negato ogni addebito a riguardo, ma a quanto sembra l’ex governatrice dovrà vedersela anche con la recente “confessione” resa da Emilio Duca ai pm Mario Formisano e Paolo Abbritti.
Come riporta il Corriere dell’Umbria, in riferimento all’interrogatorio dell’11 giugno scorso, il dg del Santa Maria della Misericordia non ci va leggero nel puntare il dito, fino a dichiarare senza mezzi termini, riguardo alle tracce del concorso: «Ho consegnato le prove su richiesta della Marini». Aggiungendo: «La segnalazione per la candidata Anna Cataldi mi era pervenuta dalla presidente Marini diverso tempo prima dell’avvio della procedura idoneativa». Duca – scrive il Corriere – nei lunghi colloqui con i magistrati ha confessato come funzionava il “sistema” clientelare.
Da ricordare a proposito che quest’Emilio Duca, diventanto nel frattempo molto “collaborativo” con gli inquirenti, è lo stesso che deve rispondere al capo di imputazione 28: l’unico in cui la procura contesta allo stesso il reato di corruzione per aver «compiuto atti contrari ai propri doveri d’ufficio in cambio di utilità consistite in diversi rapporti sessuali». E solo «a fronte di questi ultimi ha posto in essere un’attività di intermediazione e di influenza presso i componenti della commissione esaminatrice, esercitando un’ingerenza su alcuni membri e sul responsabile dell’organizzazione».
Tutto ciò – nell’ottica dei magistrati inquirenti – per «consentire la vittoria» alla futura dirigente. Per questa ragione il suddetto Duca dovrà difendersi anche dall’accusa di corruzione.
Agli atti c’è anche un video che documenta come lo stesso dg dell’ospedale «avesse con sé le tracce delle prove scritte del concorso e le dovesse portare in consiglio regionale per consegnarle all’assessore Barberini».