di Bruno Di Pilla – Mentre l’Europa dei 27 è lodevolmente impegnata nel perseguire il programma, sia pure a medio-lunga scadenza, dell’auspicata transizione ecologica, con il progressivo abbandono degli idrocarburi, come fulmine a ciel sereno giunge notizia del venticinquennale accordo stipulato fra Iran e Cina, in base al quale il Paese dei pasdaran fornirà ingenti quantitativi di petrolio, appunto per un quarto di secolo, ai potenti vicini di casa. In cambio, come già accade in Africa ed in altri Paesi limitrofi, la Cina s’impegnerà a costruire infrastrutture di ogni genere in territorio iraniano.
Il patto di cooperazione ed interscambio Cina-Iran si aggiunge ai già da tempo consolidati ottimi rapporti economici tra la Russia ed il Paese di Confucio. Gas, greggio, carbone ed un’infinità di altre materie prime, di cui Putin dispone, vengono quotidianamente esportate in Cina, la cui politica espansionistica non conosce confini, al punto che molte Nazioni povere, non solo sudamericane, strizzano l’occhio a Pechino. Stati Uniti ed Europa faranno bene a non sottovalutare la crescente volontà di dominio planetario del colosso asiatico, cui ben poco interessano i piani altrui di riconversione ecologica.