Diceva Falcone seguite la pista del denaro e troverete agganci con i loschi traffici della malavita organizzata e con la crisi economica questo legame perverso è ancora più evidente.
A cominciare dai lavori del post terremoto umbro che attirano le attenzioni di ‘Ndrangheta, Camorra e Cosa nostra, ma non solo, anche perché molto spesso agiscono con agganci locali e prestanomi rendendo ancora più difficile individuare il malaffare.
E’ tutto scritto nella relazione al Parlamento del primo semestre 2018 della Direzione investigativa antimafia che ha monitorato il territorio ed ha scoperto che nel periodo consideratovi sono stati: tre danneggiamenti seguiti da incendi, quattro trasferimenti fraudolenti di valori, sette casi di riciclaggio, due di autoriciclaggio e ben 31 di estorsione.
Sembra che l’anello di congiunzione con ‘le case madre’ siano i latitanti ed i reclusi nei vari carceri umbri che riescono ancora ad essere influenti ed a segnalare come muoversi.
In particolare la ‘Ndrangheta è attiva nel settore delle estorsioni ma anche “nell’ambito dei lavori di ricostruzione post sisma”, tramite subappalti.
Il riciclaggio mafioso è legato anche “all’acquisto e la gestione di locali notturni, funzionali anche allo spaccio di droga e sfruttamento della prostituzione”.