Spunta il reato di corruzione nell’inchiesta “Sanità” della Procura di Perugia, oltre a un retroscena da spystory.
Come rivela La Nazione, nell’articolo a firma di Erika Pontini, siamo in pieno agosto quando al Santa Maria della Misericordia accade l’impensabile: il ritrovamento di microspie per l’intercettazione di dialoghi evidentemente da carpire. Un episodio che scatena un vespaio di sospetti e veleni.
Nell’ufficio del direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Emilio Duca, compaiono le “cimici”, che altro non sono che dispositivi elettronici capaci di captare suoni e parole e diffonderle a distanza.
Le cimici spia sono microspie che permettono anche l’intercettazione telefonica o l’ascolto ambientale perché fondamentalmente sono formate da un microfono che capta l’audio e da un trasmettitore che lo invia via radio nell’etere.
Per individuarle fu chiamata una società di investigazioni specializzata nella bonifica a eseguire il controllo (anche attraverso apparecchiature di rilevazione). Riunioni, confronti, probabilmente anche legali, inducono il “Santa Maria” e la società a presentare formale denuncia ai carabinieri.
Poco di un mese dopo viene notificata la richiesta di proroga delle indagini preliminari nell’ambito di un fascicolo aperto per corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta.
Sei pagine con nomi e titoli di reato ed epoca in cui sarebbero stati commessi i reati. Tra gli indagati figurano proprio il Dg Emilio Duca (arrivato alla guida del Santa Maria due anni fa dopo l’era Orlandi), il direttore amministrativo Maurizio Valorosi, un altro dirigente dell’ospedale, il manager Reno Vitali originario di Spello e un sindacalista.
Nell’atto ci sono anche i nomi dell’assessore alla sanità Luca Barberini, ma solo per l’ipotesi di rivelazione di segreti d’ufficio che sarebbe avvenuta tra il primo e il 5 febbraio del 2018. Gli altri reati invece si sarebbero consumati stando alle scarne indicazioni dell’atto notificato – tra novembre e dicembre 2017. Di lì l’ipotesi che si tratti dell’appalto da 80mila euro per la manutenzione delle strumentazioni elettromedicali e le pulizie di alcuni settori. Nei giorni scorsi sia l’assessore che Duca avevano dichiarato di essere fiduciosi nell’operato della magistratura. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Francesco Falcinelli, David Brunelli e Flavio Grassini. Ma la sanità, in questo periodo è scossa anche da un’altra indagine sulle nomine dei primari nell’ambito della quale sono stati svolti interrogatori di persone informate sui fatti.