Che la pandemia da Coronavirus stia determinando conseguenze pesanti sulla domanda di auto nuove è un fatto acclarato.
Basti dire che ad oggi le immatricolazioni sono scese del 98%, spingendo le associazioni di categoria a lanciare un allarme sull’impatto dell’emergenza sanitaria sull’intera filiera. Secondo l’Unrae, è a rischio la stessa sopravvivenza del settore auto in Italia, e in particolare del comparto della distribuzione.
Ecco allora che potrebbe essere funzionale alla ripartenza l’emendamento al “Decreto rilancio” presentato da Pd, Italia Viva e Leu, finalizzato proprio a rivitalizzare il settore. Il documento prevede un incentivo che potrà essere sfruttato a partire dal prossimo 1 luglio fino al 31 di dicembre del corrente anno.
Il bonus, con un tetto massimo di 4mila euro, sarà ottenibile nel caso della rottamazione di un veicolo di almeno 10 anni di vita. Si parte da un contributo statale di 2mila euro, ottenibile nel caso in cui si decida di acquistare un auto Euro 6 con emissioni di Co2 superiori a 61 grammi per chilometro, ma solo se la concessionaria mette a disposizione uno sconto equivalente a quanto erogato dallo Stato. Ecco spiegato dunque il massimale di 4mila euro complessivi di incentivo.
Gli acquirenti potranno ricevere comunque un bonus anche nel caso in cui non dispongano di un veicolo da rottamare. In questo caso il risparmio si dimezzerebbe, con 1.000 euro messi a disposizione dallo Stato e 1.000 dalla concessionaria (2mila in totale, quindi).
L’incentivo, così come presentato dall’emendamento, avrà validità solo fino alla fine dell’anno. A partire dal 2021, infatti, il risparmio massimo scenderà a 2mila euro (1000 di contributo statale e 1000 di sconto dalla concessionaria), 1.000 nel caso di acquisto senza rottamazione.
Nell’emendamento sono previsti anche dei bonus per l’acquisto di auto usate, a patto che non risultino di categoria inferiore ad Euro 5 e che sia inclusa la rottamazione di un veicolo Euro 0, 1, 2 o 3. Il vantaggio per l’acquirente, in questo caso, sarà quello di non pagare gli oneri fiscali sul trasferimento di proprietà.
L’emendamento ha incontrato il favore anche delle opposizioni, per cui una sua approvazione pare più che probabile.