fatti risalgono ad alcuni giorni fa, allorché un esposto segnalava alla Polizia Municipale ed ai Vigili del Fuoco la probabile presenza di alcune anomalie nel funzionamento del sistema di riscaldamento di una ditta tessile sita in Strada delle Fratte.
Alla luce della segnalazione, nell’ambito del piano disposto dal Questore di Perugia finalizzato al contrasto dell’immigrazione clandestina, la Polizia di Stato con l’ausilio dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia Municipale, di personale dei Vigili del Fuoco e di personale dell’A.S.L. ha effettuato approfonditi controlli.
All’arrivo sul posto dei poliziotti, il titolare della ditta, un cittadino cinese di 38 anni, si stava allontanando a bordo della propria vettura. Alla richiesta degli operanti, aveva opposto di doversi recare urgentemente a fare una commissione e che avrebbe fatto rientro a breve in azienda; i poliziotti acconsentivano ma l’uomo, da quel momento risulta irreperibile.
Nell’opificio gli agenti rintracciavano la coniuge del titolare, anch’essa cinese dell’86, intenta a dare disposizioni al personale impiegato. Nel corso dell’ispezione dei locali, accanto alle aree destinate alle lavorazioni, i poliziotti scoprivano 6 camere ricavate all’interno di un soppalco all’interno delle quali erano stati organizzati 14 giacigli occupati, in quel momento, da sei cittadini cinesi 4 donne e due uomini.
Nei locali al piano terra gli agenti trovavano, invece, un locale adibito a cucina in pessime condizioni igieniche e due bagni, dei quali uno privo di aerazione oltre ad un altro dormitorio, ricavato in un locale privo di aerazione e promiscuo ad uno spazio attiguo e comunicante adibito a magazzino.
Dovendo procedere all’identificazione degli stranieri ed essendo necessario l’intervento di un interprete, venivano accompagnati negli Uffici della Questura. Dagli approfondimenti effettuati emergeva che un cittadino cinese del ’76 era gravato dall’ordine del Questore di Macerata di lasciare il territorio nazionale ed è stato denunciato per non avervi ottemperato. A suo carico, inoltre, pendeva il provvedimento di espulsione del Prefetto di Perugia che gli è stato notificato.
Dalle verifiche effettuate dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e dal personale dell’Ispettorato territoriale del lavoro emergeva che tra tutte le persone presenti nel laboratorio, solo un cittadino cinese del ’76 risultava regolarmente assunto. Gli approfondimenti investigativi evidenziavano come le persone trovate nel dormitorio di fatto vivessero all’interno dei locali dell’azienda, ove peraltro due di loro, una donna del ’73 ed una del ’69, prestavano anche la propria opera svolgendo un orario medio di lavoro giornaliero di 10 ore.
La 44enne risultava altresì richiedente asilo da meno di 60 giorni e per tale motivo non impiegabile in attività lavorativa dipendente.
Alla luce di quanto emerso, il titolare e la di lui coniuge, anch’ella con un ruolo attivo nella gestione della fabbrica, sono stati denunciati a piede libero per concorso in impiego di cittadini stranieri irregolari nonché per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il titolare dell’opificio, inoltre, è stato indagato per resistenza a pubblico ufficiale per essersi sottratto al controllo allontanandosi dall’azienda senza farvi ritorno.