“La teologia del cinghiale”, vincitore del Premio Campiello Opera prima 2016, di Gesuino Némus, verrà presentato giovedì 14 luglio alle 18, alla sala Goldoniana dell’Università per stranieri di Perugia. All’incontro parteciperà l'autore. Modera il giornalista Giacomo Marinelli. Le letture saranno a cura di Claudio Carini.
Parteciperanno il rettore Giovanni Paciullo, Valentino Vascellari, presidente del Premio Campiello e Fabio Versiglioni, presidente dell’Associazione editori umbri che ha organizzato l’appuntamento in collaborazione con l’Università, il Premio Campiello ed Elliot edizioni.
Il libro. L'opera letteraria ha il potere di conservare gli odori, i sapori, le voci, le superstizioni e la magia della terra sarda. Tutto si svolge in quel luglio del 1969. Nei giorni dello sbarco sulla luna, a Telèvras, un piccolo paese dell'entroterra sardo, due ragazzini vengono coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante, e Gesuino Némus, da tutti considerato un minorato mentale, sono amici per la pelle. Di loro si occupa come fossero suoi figli don Cossu, il prete gesuita del paese. Un giorno il padre di Matteo viene trovato morto a pochi chilometri dal paese. A indagare si trova il maresciallo dei carabinieri di stanza a Telèvras, un piemontese che fatica a comprendere le logiche dell'omertà che lo circonda, aiutato dall'appuntato Piras e da don Cossu. Ma il mistero si infittisce ancor di più quando, a pochi giorni di distanza, viene ritrovato il corpo di un secondo uomo.
Una storia di misteri e rivelazioni, in cui si mescolano gli odori, i sapori, le voci, le superstizioni e la magia della terra sarda, a comporre il quadro di un'Italia che arriva fino ai giorni nostri.
Gesuino Némus è nato nel 1958 a Jerzu, un piccolo paese dell’Ogliastra, e ha esordito l'anno scorso con “La teologia del cinghiale”. Attualmente vive a Milano. A breve uscirà il suo secondo romanzo, sempre ambientato nell’immaginario paesino sardo di Telévras, e intitolato “I bambini sardi non piangono mai”, edito Elliot.