A Trestina c’è stata un’assemblea pubblica dedicata al caso Color Glass. Vi ha partecipato circa 200 persone, tantissimi cittadini, rappresentanti istituzionali di Regione, Comune, Arpa e Usl, esponenti del comitato per la Salute e altri di associazioni ambientaliste umbre.
Alla fine l’incontro si è risolto con un’intesa di massima a convocare quanto prima un tavolo di confronto che metta uno di fronte all’altro istituzioni pubbliche, organismi di controllo e l’azienda stessa, ma anche i rappresentanti del comitato Salute e Ambiente.
E c’è da rilevare che ogni giorno si registra una nuova puntata della vicenda che investe l’azienda di Trestina. All’inizio mese l’avvocato Passeri per conto del Comitato per la salute di Trestina e Calzolaro, del Wwf e di Italia Nostra, ha inviato una diffida che in pratica era una richiesta vera e propria di chiusura sine die dello stabilimento di via V Maggio. Adesso arriva la motivazione ufficiale del sindaco che non accoglie a termini di legge la richiesta del comitato. Anzi si legge che “in pendenza di procedimenti amministrativi, tendenti al rinnovo delle precedenti autorizzazioni, non si può legittimamente intervenire con un provvedimento contingibile e urgente, se l’attività viene svolta in conformità ai titoli originari. Le eventuali anomalie delle autorizzazioni sono valutabili, da parte delle amministrazioni che le hanno rilasciate”. Ciò premesso, allo stato, il sindaco ritiene inammissibile la richiesta. In pari tempo dichiara la propria disponibilità a “recepire e valutare i contributi, i pareri delle altre amministrazioni (Regione, Arpa e AsI) impegnate nei procedimenti, compreso quello pendente del rinnovo delle autorizzazioni”. Intanto Color Glass conferma la disponibilità al tavolo tecnico coordinato dal sindaco “dove finalmente i cittadini non manipolati potranno conoscere la realtà vera dei fatti”.
Con una comunicazione ufficiale la Color Glass, si tratta di un documento inviato dal legale dell’azienda Michela Paganelli per conto dei titolari, viene ribadito «l’impegno costante a cooperare attivamente con Arpa, Asl e Regione nella concreta prospettiva di una gestione sostenibile dell’impianto nel contesto territoriale».
Nello stesso comunicato però l’azienda chiarisce di non essere «nella categoria delle aziende insalubri di prima classe anche a fronte degli esiti delle valutazioni condotte dalle autorità coinvolte».