Come riporta il Corriere dell’Umbria nell’articolo a firma di Giuseppe Magroni, il primario di Cardiochirurgia di Terni Sandro Pardini va in pensione. Ha già presentato le dimissioni alla direzione dell’azienda ospedaliera. Il pensionamento anticipato effettivo scatterà dal primo febbraio 2019.
Il primario del reparto di cardiochirurgia è la seconda “star” che si appresta a lasciare il Santa Maria dopo l’addio nel corso dell’estate del primario di neurochirurgia Sandro Carletti che ha scelto di trasferirsi a Firenze. E non finisce qui. Entro il 2019 dovrebbe lasciare per pensionamento anche un’altra eccellenza: il primario di chirurgia digestiva Amilcare Parisi.
Pardini, 67 anni è fortemente polemico. “Non condivido quasi nulla – dice il primario – della gestione attuale della cardiologia e cardiochirurgia in Umbria. Non c’è coordinamento fra Perugia e Terni, ognuno va per conto suo. Non c’è idea di cosa sia il futuro. Io ho fatto alcune proposte, non ho ricevuto risposta e me ne vado”.
Sandro Pardini, bresciano, ex senatore dei Ds, arrivò a Terni a novembre del 2001, chiamato dall’allora direttore generale Ciano Ricci Feliziani.
Trovò in ospedale una situazione non propriamente rosea: “Nel 2001 i ternani andavano quasi tutti ad operarsi fuori. Oggi facciamo una media di 300, 350 interventi cardiochirurgici l’anno. L’emodinamica fa 1.200, 1.300 procedure l’anno; l’elettrofisiologia 700, 800 procedure d’intervento l’anno”.
I numeri sono imponenti: “La cardiochirurgia di Terni – dice il primario – rappresenta il 60, 65% di quella umbra. Il 30, 35% dei pazienti viene da fuori regione. Sono soldi che entrano, mentre prima erano soldi che uscivano. Cardiochirurgia fattura complessivamente il 45% dell’alta specialità di Terni”.
Come per dire che se venissero meno il prestigio e la capacità di attrazione del reparto verrebbe messa in discussione la stessa azienda ospedaliera di Terni.