Il Ponte sul Tessino, chiuso da dodici anni, sta diventando pericoloso. Il legno della passerella sta marcendo, mentre la ruggine sta dando l’assalto a quell’acciaio che fece addirittura scattare due inchieste della Procura di Spoleto.
La passerella costata oltre 500mila euro se pur completata per circa il 90 per cento rimane un’opera incompiuta, inutilizzabile dai cittadini e dai turisti che per raggiungere la scala mobile devono raggiungere prima via Cacciatori delle Alpi.
La storia è piuttosto lunga perché il progetto risale all’amministrazione Brunini, mentre i lavori furono avviati dall’amministrazione Benedetti, ma né il compianto sindaco Fabrizio Cardareni né tanto meno lo sfiduciato Umberto De Augustinis sono riusciti a completare l’opera per metterla a disposizione della cittadinanza.
Nel 2012, proprio quando i lavori sembravano giungere a conclusione, scattò una prima indagine da parte della Procura di Spoleto perché la ditta costruttrice aveva utilizzato acciaio non marchiato Cee e differente da quello previsto nel progetto esecutivo. Il Cantiere fu posto sotto sequestro e partì l’indagine che poi, però, dopo quattro anni si è trasformata in una «bolla di sapone» perché l’acciaio utilizzato risultò conforme. La passerella nel 2016 fu dissequestrata, ma su segnalazione della provincia è scattata una seconda indagine che, visto l’esito della prima, si è chiusa rapidamente. Il Comune inizialmente aveva saldato all’azienda costruttrice solo parte dei lavori e tra le parti è scattato un contenzioso. Nel bilancio preventivo 2020 il Comune aveva stanziato 124mila euro da destinare proprio alla passerella del Tessino, ma ad oggi tutto rimane come nel 2012, con l’impalcatura ancora montata sulla colonna portante del parcheggio di via dei tiro a segno e con l’uscita lato scala mobile da collegare. In più c’è solo l’usura degli agenti atmosferici. Secondo l’ex assessore ai lavori pubblici Angelo Loretoni «Ad impedire il completamento dell’opera sarebbe la Regione perché nella realizzazione è stato utilizzato un acciaio diverso da quello previsto nel capitolato del progetto iniziale».
Nel 2016 fu aperta un’inchiesta dalla procura della Repubblica di Spoleto sulla costruzione della struttura per frode in fornitura, truffa e falso. La vicenda risale a gennaio 2016, quando la realizzazione del ponte fu bloccata a causa di un rilevamento in fase di collaudo di difformità fra i materiali prescritti e quelli effettivamente usati. L’opera fu quindi sottoposta a sequestro probatorio. Nel registro degli indagati finirono quattro persone tra autori del progetto e responsabili della ditta esecutrice dei lavori, mentre nessun avviso giunse al direttore dei lavori della parte committente, cioè il Comune di Spoleto.
A mancare sarebbero alcune certificazioni che il capitolato di gara aveva prescritto, sebbene i progettisti e la ditta esecutrice avessero specificato, al momento della segnalazione del tecnico estero che valutava l’opera, che si trattava unicamente di lungaggini burocratiche.
Questo ponte, ancora in costruzione, serve ad unire velocemente ed in sicurezza il parcheggio della Ponzianina alla entrata delle scale mobili, nell’ambito del progetto “mobilità alternativa di Spoleto”. Un pilone in cemento sosterrà col sistema del ponte strallato la passerella in metallo.
Sono trascorsi ormai più di dieci anni da quando i lavori per la realizzazione della passerella sul torrente Tessino si sono fermati proprio a causa dell’indagine scattata addirittura in seguito ad una segnalazione del Comune, ma quel famoso ponticello, che avrebbe dovuto collegare il parcheggio di via del Tiro a Segno alla scala mobile di via Ponzianina, non è mai stato aperto ai pedoni.