I sindacati del settore del trasporto pubblico, Filt Cgil, Fit Cis, Uiltrasporti e Faisa Cisal, scrivono al prefetto ed alla Regione Umbria per denunciare “la mancanza di misure atte alla salvaguardia dell’incolumità del conducente, da possibili ripercussioni che potrebbero insorgere da parte degli utenti, nel caso di fermo dell’autobus, previsti nelle linee guida, ovvero in caso di negazione di incarrozzamento per sovraffollamento”,
Gli autisti, nella nota riportata oggi anche dal Corriere dell’Umbria, denunciano come nelle norma (fase 2, trasporti) non sono previsti i controlli anti- Covid nei bus, a partire dal numero di passeggeri massimo che di fatto resta lo stesso (12 e 14 a seconda della lunghezza dei bus).
I sindacati uniti dichiarano ”In questa ripartenza chiediamo che possano essere utilizzate risorse aziendali come i verificatori congiuntamente al personale della polizia locale, polizia di Stato o della Protezione civile, o il tempo necessario a non creare ripercussioni all’ordine pubblico e disservizi importanti ai cittadini di questa Regione. Si ritiene che la figura del conducente, sia esposta in maniera evidente da possibili rischi di reazioni scomposte, già avvenute in altre circostanze, da parte di utenti poco raccomandabili oltre a non dare garanzia di un servizio funzionale al massimo, senza interruzioni”. Un altro problema da prendere seriamente in considerazione è quello dell’aria condizionata, perché i bus di ultima generazione non hanno finestrini e, dunque, c’è il ricircolo dell’aria, pericoloso in caso di assenza di mascherine. I sindacati chiedono anche la dotazione obbligatoria di mascherine Ffp2 per autisti, un presidio necessario per tutti i lavoratori al pubblico.
In sostanza le Rsu chiedono al Prefetto ed alla Regione dell’Umbria che vengano “urgentemente riviste le disposizioni con l’aggiunta di ulteriore personale non solo al settore dei conducenti ma anche ai lavoratori in servizio da terra, in difesa da possibili aggressioni.”
Filt Cgil, Fit Cis, Uiltrasporti e Faisa Cisal confermano che “in assenza dei provvedimenti richiesti,si riservano di intraprende tutte le iniziative poste a salvaguardia dell’interesse dei lavoratori”.
In definitiva promuovono l’esigenza di “un raddoppio della presenza negli autobus e del personale (autista e in aggiunta un controllore fisso) che vigili sul rispetto delle norme”.
I sindacati aggiungono che per la necessità del settore sono state stanziate le risorse del fondo nazionale e trasferite alle regioni per intero, anche nel periodo di servizio ridotto. Ma gli importi previsti alle aziende non sono stati ancora trasferiti.