Trenta anni dopo Giovanni Paolo II un altro Papa ha voluto testimoniare con la sua presenza la Giornata di Preghiera per la pace. «Non esiste un dio della guerra, quello che vuole la guerra è il diavolo che vuole uccidere tutti». Francesco è arrivato stamattina ad Assisi per l’ultima giornata dell’incontro «Sete di pace», cui partecipano oltre cinquecento leader religiosi di tutto il mondo ed esponenti della cultura e delle istituzioni.
Al Sacro Convento è stato accolto dal Custode, padre Mauro Gambetti, dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, dal patriarca siro-ortodosso di Antiochia Efrem II, dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, da Abbas Shuman, dell'università sunnita di Al Azhar e dal fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi.
Francesco ha salutato anche i rifugiati con i quali poi ha condiviso il pranzo, venticinque persone in fuga dalla guerra e tra questi Maria, sei anni, una bimba di Damasco. «Oggi, uomini e donne di tutte le religioni, ci recheremo ad Assisi. Non per fare uno spettacolo: semplicemente per pregare e pregare per la pace», ha detto nell’omelia mattutina a Santa Marta, prima della partenza per Assisi.
«La guerra è lontana? – si chiede il Papa a quanto riportato dalla Radio vaticana – No! E` vicinissima», perché «la guerra tocca tutti», «la guerra incomincia nel cuore»: «Che il Signore ci dia pace nel cuore, ci tolga ogni voglia di avidità, di cupidigia, di lotta. No! Pace, pace! Che il nostro cuore sia un cuore di uomo o di donna di pace. E oltre le divisioni delle religioni: tutti, tutti, tutti! Perché tutti siamo figli di Dio. E Dio è Dio di pace. Non esiste un dio di guerra: quello che fa la guerra è il maligno, è il diavolo, che vuole uccidere tutti».
Di fronte a questo non possono esserci divisioni di fede, ha ribadito Francesco. Per questo, ha detto il Papa a quanto riportato dalla Radio vaticana, è necessario pregare, anche piangere per la pace, tutte le fedi unite nella convinzione che “Dio è Dio di pace”. E ovunque, ha ricordato Francesco – come da lui chiesto in una lettera “a tutti i vescovi del mondo – oggi sono organizzati «raduni di preghiera che invitano i cattolici, i cristiani, i credenti e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, di qualsiasi religione, a pregare per la pace, giacché – ha escalamato nuovamente – il mondo è in guerra! Il mondo soffre!».