Il profondo restyling dello stadio Curi deve essere fatto in fretta. L’amministrazione comunale pare essere decisa: se con il presidente Massimiliano Santopadre non si riesce a chiudere l’operazione «A» (quella del finanziamento con il Credito sportivo), si guarda all’opzione «B» che consiste nelle creazione di un Fondo immobiliare pronto a investire sul restyling dello storico impianto sportivo.
Secondo la Nazione Umbria l’operazione vedrebbe coinvolti Credito sportivo e Invimit (Ministero Finanze) sportivo e con Invimit, la società del ministero dell’Economia che ha per missione lo sviluppo dei patrimoni immobiliari pubblici.
Già due anni fa la Lega di Serie B sottoscrisse un accordo con i due istituiti per «sganciare» gli stadi dalla proprietà dei Comuni e farli confluire in fondi immobiliari per finanziarne la ristrutturazione e renderne più redditizio l’utilizzo. L’operazione dal punto di vista teorico funzionerebbe così: l’ente potrebbe conferire nel fondo lo stadio di cui è proprietario acquisendo alcune quote. A loro volta Invimit e Credito sportivo immetterebbero liquidità nel fondo stesso. Necessario sarebbe anche l’intervento di un privato – attraverso il project finacing – che avrebbe comunque sempre una prelazione sul vincitore della gara per il restyling che dovrà essere indetta dal Comune.
L’idea sulla quale sta lavorando Palazzo dei Priori è quella del coinvolgimento di un investitore privato che a quel punto dovrebbe avere delle voci di ‘rientro’ con proprie attività commerciali ad esempio all’interno dell’impianto ed eventualmente facendo pagare l’affitto alla società di calcio. Idea questa che non piace affatto a Santopadre: non a caso ieri ha dichiarato che lui punta al rinnovo della convenzione (il Comune versa 200mila euro annui per la manutenzione). Inutile dire che la strada è ancora tutta in salita, ma d’altro canto Romizi cerca ogni via possibile per portare a termine l’operazione prima del voto del prossimo maggio.