Alla presenza del Capo della Polizia, Prefetto Alessandro Pansa, si è svolta ad Assisi la cerimonia d’intitolazione del nuovo Commissariato di Polizia alla memoria del Sovrintendente capo Emanuele Petri,
ucciso nel 2003, a 48 anni, durante un conflitto a fuoco, su un treno Roma-Firenze, con un nucleo delle Brigate Rosse, e che portò anhe alla morte del terrorista Mario Galesi e all’arresto della brigatista rossa Nadia Desdemona Lioce.
Hanno scoperto la targa con la scritta: “Emanuele Petri- Sovrintendente Capo della Polizia di Stato – Medaglia d’Oro al valor civile”, sono stati i fratelli e la vedova Alma. Emanuele Petri è stato definito “un eroe della terra umbra” e una figura che “va oltre l'appartenenza al Corpo della polizia” perché “appartiene a tutta l'Italia”, visto che con il suo atto “ha inflitto un duro colpo alle cosiddette nuove Brigate rosse”.
“In Italia la vigilanza continua, l'attenzione continua, i fenomeni che possono determinare preoccupazione vengono monitorati, ma non esiste una minaccia terroristica interna in questo momento”: lo ha detto stamani il Capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa, a margine della cerimonia di intitolazione del nuovo commissariato di Assisi alla memoria del sovrintendente capo Emanuele Petri, ucciso il 2 marzo 2003 in un conflitto a fuoco, su un treno Roma-Firenze, da esponenti delle nuove Br. “La minaccia terroristica – ha ribadito Pansa – purtroppo esiste, viene da lontano, è esterna e su questo c'è impegno totalizzante e attento”. “Una giornata come oggi – ha continuato – nella quale celebriamo la memoria di un uomo che la lotta al terrorismo la faceva non con atti eroici ma di controllo del territorio, ci insegna come dobbiamo continuare a svolgere il nostro lavoro”, ha concluso Pansa.