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You are at:Home » Il “caso” Pastorelli finisce in Parlamento
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Il “caso” Pastorelli finisce in Parlamento

RedazioneBy RedazioneGennaio 12, 2021Nessun commento7 Mins Read
 

di Francesco Castellini – «Forza sempre e comunque Stati Uniti d’America. Spesso ciò che sembra reale non lo è. Fb bannerà pure me?». Non si placa la bufera per il post pubblicato e poi rimosso sui social dell’assessore perugino allo Sport e al commercio, Clara Pastorelli (Fratelli d’Italia), con il quale ha fatto riferimento all’assalto al Campidoglio di Washington, ma soprattutto ha voluto mettere in rilievo la discutibile decisione di Facebook e Twitter di bloccare gli account social di Donald Trump, quanto meno fino al giuramento di Joe Biden.
Il selfie fatto in ascensore, che la vede con in testa il colbacco, mascherina e maglione a stelle e strisce, sembra imitare lo sciamano Jake nell’assalto a Capitol Hill, ma lei lo nega: “Il senso della foto è quello di condannare la sconcertante violenza usata”, sottolineando il fatto: “non sono vestita da Angeli, lo sciamano dei sostenitori pro Trump”.

Insomma uno scatto volutamente provocatorio che ha fatto subito scattare scomposte ed offensive reazioni delle Rete, con commenti e frasi ingiuriose alle quali ha fatto scudo il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Marco Squarta: «Leggo con raccapriccio e sbigottimento gli insulti gratuiti, aggressivi e violenti rivolti nei confronti di Pastorelli Clara, Assessore del Comune di Perugia, ma prima ancora mia amica, sotto ad un post che riportava a grandi linee alcune sue esternazioni sulla vicenda di Capitol Hill. Io stesso ho condannato tra i primi l’episodio americano, in maniera netta e inequivocabile, eppure non trovo giustificazione a comportamenti così sguaiati nei confronti di un pensiero diverso. E mi stupisco che i feroci commentatori definiscano altri “fascisti”. Chi partorisce tanta cattiveria cos’è invece? Siamo alle solite, si predica bene e si razzola male. Personalmente mi sento di esprimere profonda solidarietà a Clara per quello che sta subendo. Conosco il suo lavoro, so come opera e la correttezza della sua condotta non verrà scalfita da tanta brutalità e ignoranza. Credo dovremmo tutti riflettere sul fatto che non si possono attaccare in questo modo le persone. È inconcepibile, inaccettabile. La deriva violenta di tanti utenti sta minando l’utilità stessa dello strumento social. Mi dissocio completamente da questo modo di fare e mi auguro che si torni presto ad un minimo di educata civiltà».
Ma nonostante l’invito alla calma la bufera continua.
In Comune, all’apertura di seduta, è stata la capogruppo Bistocchi, a nome di Pd, Ipp, Giubilei e M5s, ad illustrare una mozione “per affrontare in via d’urgenza la recente vicenda che ha riguardato l’assessore Clara Pastorelli”.
Bistocchi ha riferito che “i cittadini di Perugia negli ultimi due giorni hanno visto il nome della propria città fare il giro di tutte le testate giornalistiche nazionali e locali a causa di una foto postata su face book dall’assessore Clara Pastorelli che ha esternato – dice la capogruppo – una posizione imbarazzante sui recenti fatti di Washington”.
“Su una vicenda tanto delicata e grave, condannata da tutti e foriera di morti, l’assessore Pastorelli si chiede se sia tutto vero imitando uno dei protagonisti degli scontri, notoriamente personaggio razzista, sessista, ecc.”.
Con la mozione, per l’effetto, l’opposizione ha chiesto all’assessore Pastorelli, autrice del post, o di presentare scuse formali per il gesto compiuto o di rassegnare le immediate dimissioni, perché “evidentemente con tale gesto non ha compreso quale sia il ruolo e le responsabilità che le competono”. In conclusione Bistocchi ha rivolto un invito affinché non si ammanti l’episodio di ipocrisia e di contenuti che non esistono.
A favore dell’urgenza si è espressa la capogruppo M5S Francesca Tizi, ritenendo che si tratti di un argomento divenuto di dimensioni nazionali. E’ quindi necessario aprire il dibattito per ricordare a tutti l’importanza del ruolo che consiglieri ed assessori svolgono, assumendosi la piena responsabilità dei gesti che vengono compiuti in tal veste.
Inoltre, secondo la capogruppo, è necessario dare ai cittadini un segnale di trasparenza senza nascondere o rimandare alcunché.
In sostanza è fondamentale che l’attenzione di tutti si concentri sul senso delle Istituzioni, consentendo alla politica di riacquistare il suo ruolo istituzionale.
Contrario all’urgenza, invece, il capogruppo FdI Michele Nannarone il quale, a nome della maggioranza, ha evidenziato che, “come accaduto altre volte, si tende ad abusare della facoltà concessa dal regolamento presentando mozioni che nulla hanno di urgente. Nel caso di specie, in particolare, l’urgenza non sussiste non essendoci alcun termine perentorio o ordinatorio da rispettare. Peraltro è evidente che il clamore determinato dalla vicenda è stato provocato dagli stessi autori della mozione”.
In chiusura di dibattito il presidente Nilo Arcudi ha sottolineato che, “al di là della vicenda in sé, ci sono due principi su cui tutte le forze politiche sono d’accordo: condanna unanime di ogni episodio di violenza, ma anche rispetto delle persone e della dignità umana”.
Messa in votazione l’urgenza dell’atto, la stessa è stata respinta con il voto contrario della maggioranza, il voto a favore dell’opposizione e l’astensione di Mori.
Ma il caso è destinato a finire anche in Parlamento.
Il deputato umbro Walter Verini (Pd) ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno per conoscere “quali azioni intenda intraprendere, per quanto di sua competenza, per censurare comportamenti del tutto inappropriati per rappresentanti delle istituzioni locali, quali quelli recentemente posti in essere dall’assessore allo Sport e al Commercio del Comune di Perugia, Clara Pastorelli, e dal capogruppo della Lega al Comune di Orvieto, Andrea Sacripanti”.

 

Di seguito l’atto in forma integrale:

Al Ministro dell’Interno, per conoscere, premesso che:
– a seguito dei drammatici e criminosi avvenimenti di Capitol Hill con l’assedio del Congresso a Washington, le prese di posizione di distanza da tali esecrabili azioni non sono state ovunque;

– unanimi e sufficientemente forti e rigorosi. In particolare per quanto riguarda il nostro Paese, gli atteggiamenti e le dichiarazioni se non di palese sostegno, a dir poco tiepidamente ambigue di una parte politica della destra, hanno condotto a esternazioni dapprima maldestramente etichettate come ironiche da parte degli stessi autori, e, successivamente dichiarate come ”erroneamente interpretate” da chi le ha legittimamente condannate con sdegno e preoccupazione;

– è quanto accaduto nei giorni scorsi e documentato dai media rispetto all’atteggiamento tenuto dall’ assessore allo Sport e al Commercio del Comune di Perugia, (Clara Pastorelli) di Fratelli d’Italia che, in un selfie pubblicato sul proprio profilo Facebook mima e si camuffa imitando uno dei più violenti occupanti del Congresso americano, salvo poi appellarsi alla “non compresa ironia” del suo gesto allorquando da più parti il suo comportamento è stato stigmatizzato;

– negli stessi giorni, il capogruppo della Lega al Comune di Orvieto, (Andrea Sacripanti), prendendo spunto sempre dai fatti di Capitol Hill, proponeva di occupare e assaltare il ministero dell’Istruzione. Anch’egli, rispondendo alle critiche mosse al suo post, ha ritenuto di dover argomentare respingendo ogni accusa di incitamento alla violenza ma di aver solo voluto evidenziare il “sentimento di rassegnazione” circolante nel nostro Paese nel non reagire a presunte violazioni;

– purtroppo, episodi di plauso, più o meno incondizionati, a simili episodi sono avvenuti in molti Paesi e in tutta Italia ma mi limito a segnalare quelli relativi al territorio umbro – ripresi dagli organi di informazione e dal web – in quanto accaduti nella circoscrizione di elezione dell’interrogante: l’Umbria, terra dove la civiltà, il rifiuto della violenza e dell’odio, la cultura del dialogo, i valori e gli ideali di pace, di dialogo sono elementi particolarmente costitutivi e attuali della convivenza della comunità;

– al netto delle legittime diverse opinioni e orientamenti politici, la non presa di distanza e addirittura il cavalcare eventi delittuosi e di gravità inaudita per una democrazia come quelli avvenuti a Washington, richiedono che tutte le forze politiche e le istituzioni di un Paese civile come il nostro stigmatizzino e condannino qualunque tipo di atteggiamento si possa configurare come legittimante atti di violenza, sia essa fisica o verbale, in un clima dilagante di preoccupante recrudescenza e aggressività;

– quali azioni intenda intraprendere il Ministro interrogato, per quanto di propria competenza, per censurare comportamenti che si possono configurare come incitamento alla violenza e che risultano altamente lesivi ed offensivi della dignità di un popolo, oltreché del tutto inappropriati per rappresentanti delle istituzioni locali, quali quelli posti in essere dai rappresentanti politici umbri summenzionati.

 

Caso Clara Pastorelli Walter Verini
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