Nella Giornata di Primavera, del FAI, a Perugia è stata inaugurata – in un’affollatta sala dei Notari di Palazzo dei Priori. la mostra evento “I Tesori della Fondazione” con un incontro – promosso dalla Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro, dedicato al tema: “L’educazione all’arte e alla Cultura: il ruolo delle Istituzioni pubbliche e dei privati”.
L’ esposizione marca i venti anni di collezionismo d'arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e propone quanto, in tema di opere d’arte, è stato da essa acquisito. . Il convegno d’inaugurazione ha visto la presenza del critico d’arte Vittorio Sgarbi e del sottosegretario ai Beni Culturali e Ambientali Ilaria Borletti Buitoni. La conferenza è stata aperta dall’interevento di Carlo Colaiacovo, presidente della Fondazione CaRiPg che ha fortemente voluto questa mostra a coronamento della sua Presidenza, nel corso della quale – ha sottolinato il critico d’Arte Vittorio Sgarbi – Colaiacovo ha adottato provvedimenti che sono stati ammirati in tutta Italia, con investimenti per la cultura e per l’arte, come testimonia il tesoro costituito dal patrimonio di opere di proprietà della Fondazione. Sgarbi in proposito ha detto che “Colaiacovo trasforma il danaro in Spirito”, ed ancora ha detto che lui ha “donato” tanto d’immagine e di prestigio sia alla sua città (Gubbio) sia a Perugia e all’Umbria. Dopo l’apertura della cerimonia nella Sala dei Notari, di Carlo Colaiacovo , e il saluto del Sindaco di Perugia, sono state ascoltate le relazioni di Michele Dall’Ongaro presidente – Sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; di Giampaolo D’Andrea, Capo di Gabinetto del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo; di Emilio Jodice della Levola University di Chicago – Direttore John Felice Rome Center; di Sebastiano Moffettone professore ordinario di Filosofia Politica presso la LUISS “Guido Carli”. Ultimo il critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Nella mostra allestita nei prestigioso Palazzo Lippi Alessandri (già sede della Cassa di Risparmio di Perugia, restaurato dalla Fondazione) sono visibili (fino al 20 Novembre prossimo) cinquanta dipinti di grande rilievo, ra ppresentativi non solo delle esperienze artistiche che si affermano in Umbria nell'arco di quattro secoli, dal Trecento al Settecento, ma anche di altri aspetti della cultura figurativa italiana dal Rinascimento al Barocco. Questa mostra è una sorta di “biglietto da visita” di una collezione, quella creata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per stimolo del presidente Carlo Colaiacovo, di livello “notevolissimo”, come ha voluto riconoscere Vittorio Sgarbi, nel presentarla nel corso del Convegno, mentre il sottosegretario del ministero dei Beni e delle Attivià' culturali e del Turismo, Ilaria Borletti Buitoni, ha sottolineato l'importanza di iniziative di questo genere che valorizzano il patrimonio artistico di cui è ricco il nostro Paese. Sgarbi dal canto suo ha indicato la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia come esempio positivo della gestione pubblica di un grande patrimonio culturale, apprezzando anche le scelte che la Fondazione ha fatto nella individuazione e selezione delle opere d'arte da far confluire nella propria Collezione, con i nomi di massimo rilievo dell'arte umbra dal periodo medievale, come nel caso del Paliotto, che Sgarbi definisce “intenso”, di Matteo da Gualdo, passando per Perugino e Pinturicchio e per gli altri grandi interpreti del Cinquecento Umbro. Per svelare poi la qualita' del Cerruti, e confrontare il “Cavalier Perugino” con l'Alunno, Federico Zuccari, il Pomarancio e di altri interpreti del manierismo. Non un percorso – ha sottolineato Sgarbi – dedicato esclusivamente alle “grandi firme” ma una indagine scientificamente inappuntabile che non tralascia di indagare anche momenti interessanti ma meno noti della pittura umbra come il paesaggismo di Pietruccio Montanini o i capricci di Alessio De Marchis. Umbria ma non solo, perchè nella Collezione sono entrati anche dei grandi nomi “fuori territorio”; come Guercino, Carracci, Pier Francesco Mola o lo svizzero-romano Serodine. Mostra che non e' esaustiva di quanto la Fondazione ha riunito in anni di acquisizioni, come ha sottolineato il curatore, il professor Francesco Mancini.
Le sezioni tematiche dei Tesori-esposti – Il ricco patrimonio d’arte della Fondazione viene presentato in sette sezioni tematiche..
Il curatore ha scelto di iniziare con una selezione di paesaggi e nature morte. I dipinti vengono presentati nella luminosa sala ad arcate dove un tempo si svolgevano le operazioni bancarie della ex Cassa di Risparmio di Perugia che nel palazzo aveva sede. In questa prima sezione si trovano opere del perugino Pietro Montanini, dotatissimo allievo di Salvator Rosa, di Francesco Allegrini, piacevolissimo pittore lungamente operante a Gubbio, di Alessio De Machis, prolifico paesaggista attivo a Perugia negli ultimi anni del suo tormentato percorso biografico, di Nicola Giuli, anch’esso nativo di Perugia, specialista nel dipingere fiori, animali e nature morte.
La seconda sezione è dedicata ad alcune delle opere più prestigiose della collezione della Fondazione, espressione della pittura umbra del Rinascimento. La scuola perugina è richiamata da una Madonna con il Bambino di Pietro Perugino e da una Madonna con il Bambino e san Giovannino di Bernardino Pintoricchio. Una Madonna con il Bambino tra i santi Tommaso e Sebastiano di Matteo da Gualdo dà conto della superba qualità di questo eccentrico maestro del tardo Quattrocento, molto amato da Federico Zeri, mentre una drammatica Deposizione di Niccolò di Liberatore eseguita in collaborazione con il figlio Lattanzio si esprime nei toni accorati di una non dimenticata suggestione espressionista di impronta medioevale. Un Santo Stefano lapidato, eccelso lavoro di Luca Signorelli, sta infine a documentare gli importanti intrecci culturali che agli albori del Cinquecento attraversano l’Umbria rinascimentale.
La terza sezione riunisce, fra l’altro, sette opere di Gian Domenico Cerrini detto il Cavalier Perugino, un artista recentemente riscoperto grazie alla mostra monografica che dieci anni fa la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha inteso dedicargli.
La quarta sezione presenta opere di grande formato di Federico Zuccari, di Ippolito Borghesi, di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, di Giovanni Baglione, tutti artisti che, tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, ebbero contatti con la realtà perugina ed umbra. La quinta e la sesta sezione mettono in mostra le più recenti acquisizioni della Fondazione tra cui una Croce di Nicola di Ulisse da Siena, una Strage degli innocenti di Matteo di Giovanni, una Madonna con il Bambino di Perino del Vaga, una Croce del siciliano Pietro Ruzzolone, un intenso Omero del ticinese Pier Francesco Mola e un bel Autoritratto giovanile di Giovanni Baglione. Omaggio al territorio è la settima sezione dedicata all’iconografia francescana. Essa trova il suo culmine in un bellissimo dipinto del Cerano e un piccolo San Francesco in meditazione di Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino.
La progettazione della sezione “caravaggeschi” trae spunto dal fatto che in Perugia sono presenti opere di ottimo livello che in maniera diretta o indiretta si rifanno alla lezione di Michelangelo Merisi. Perno della sezione è costituito dal grande dipinto di Giusto Fiammingo, raffigurante La fuga del giovane nudo, già nella collezione Giustiniani di Roma, ora di proprietà della Galleria dei Gerosolimitani di via dei Priori a Perugia.
Accanto a questa tela vengono esposti i due magnifici Valentin de Boulogne della Galleria Nazionale dell'Umbria e una tela raffigurante I cinque sensi, di proprietà della Fondazione Orintia Carletti Bonucci che è copia antica tratta dal capolavoro di Valentin oggi nella Galleria Nazionale di Londra. La Fondazione Carletti Bonucci è inoltre proprietaria di due quadri del cosiddetto Maestro di Baranello, un raro pittore di cultura caravaggesca che
Ulteriori informazioni ed immagini: www.studioesseci.net
Questa esposizione “I Tesori della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e il caravaggismo nelle collezioni di Perugia”, marca i venti anni di collezionismo d'arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e propone quanto, in tema di opere d’arte, è stato da essa acquisito. Si tratta di oltre 50 dipinti di grande rilievo rappresentativi non solo delle esperienze artistiche che si affermano in Umbria nell’arco di quattro secoli, dal Trecento al Settecento, ma anche di altri aspetti della cultura figurativa italiana dal Rinascimento al Barocco.