di Bruno Di Pilla – Dal prossimo anno la centralissima Chiesa del Gesù, in Piazza Matteotti, diverrà diocesana a tutti gli effetti, con sacerdoti del clero locale che continueranno a svolgervi le quotidiane funzioni. Il 30 giugno 2020, infatti, lasceranno definitivamente Perugia i padri Barnabiti, sempre presenti nel capoluogo regionale fin dal 1774, quando subentrarono ai Gesuiti nella gestione del Tempio, la cui pietra inaugurale era stata posata oltre due secoli prima, il 4 maggio 1562. L’irrevocabile decisione è stata comunicata, al Cardinale Bassetti, dal Superiore bolognese dell’Ordine dei Chierici di San Paolo e pubblicamente confermata, ai fedeli, dall’attuale reggente, padre Camillo Corbetta.
Purtroppo, i seminari italiani dei Barnabiti sono pressoché deserti e la Congregazione, fondata nel 1530 da Sant’Antonio Maria Zaccaria, ha già ridotto da quattro a due le province nazionali d’influenza, una nell’Italia settentrionale, a Milano e Torino, l’altra a Bari, nel Centro-Sud. Di recente, per carenza di vocazioni, sono state dismesse le Case generalizie di Livorno, Conversano, Caserta e Napoli. Per la cittadinanza l’eventuale chiusura del “Gesù”, in cui mirabilmente si fondono arte, fede e storia, sarebbe un colpo durissimo. Basterà rammentare che, sotto la pianta a tre navate, in corrispondenza della crociera e dell’abside, si celano gli Oratori dei Nobili, degli Artisti e dei Contadini, in verità piccole chiese, sovrapposte l’una sull’altra, edificate dai Gesuiti verso la fine del XVI secolo e tutte decorate da pregevoli affreschi d’ispirazione biblica. Il bel soffitto interno del Tempio, a cassettoni di legno intagliato, è stato integralmente ricostruito, dopo il disastroso incendio del 30 gennaio 1989. Sono sette gli altari lignei delle navate. Raffigurano Sant’Antonio da Padova, la Madonna della Divina Provvidenza, San Giuseppe, Sant’Anna con la Vergine bambina e con il sottostante quadro di Gesù agonizzante, il Sacro Cuore del Redentore (tra l’altro benedetto da Papa Leone XIII nel 1880), il Crocefisso, i Santi Barnabiti Antonio Maria Zaccaria, Alessandro Sauli e Francesco Saverio Bianchi. Spiccano inoltre, per i sorprendenti dettagli narrativi, l’affresco della volta della crociera, in cui sono descritte le imprese militari di Giosuè, ed il quadro policromo della Circoncisione di Gesù Bambino, con ai lati i Profeti Geremia ed Abacuc, proprio al centro del presbiterio sovrastante il Tabernacolo. Poteva essere interdetto al culto un simile gioiello architettonico? Ne impedirà la chiusura l’Arcivescovo Gualtiero Bassetti, che ben conosce il secolare amore dei perugini per l’antichissimo ed unico Tempio, Duomo a parte, del centro storico.